Economia e Lavoro
1 Maggio 2011
Approvato il bilancio 2010 di Carife. L’obiettivo sono 35 mln di utile nel 2014

La ‘banca artigiana’ che vuole uscire dalla tempesta

di Marco Zavagli | 4 min

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Utilizza la metafora della “nave che naviga in mare tempestoso” il direttore generale Daniele Forin per descrivere il nuovo corso della Cassa di Risparmio di Ferrara. Una nave che per approdare al porto “ha bisogno della fiducia di tutti”. E ieri la fiducia dei capitani è stata confermata – nonostante il secondo bilancio in rosso consecutivo – da quella dell’equipaggio, i soci, che al termine dell’assemblea hanno approvato all’unanimità il Bilancio 2010 (presenti 165 soci aventi diritto per 25.382.233 azioni, rappresentanti il 73,05 % del capitale sociale).

Il mare periglioso è stato illustrato dal presidente Sergio Lenzi, che ha ricordato come la Cassa “esce da due anni terribili, registrando nel 2010 perdite per 46,9 milioni di euro, una cifra che rappresenta comunque una riduzione del 32% rispetto alle perdite dell’anno precedente”.

Il presidente – per continuare con la metafora della traversata – avverte che non sta parlando di piccolo cabotaggio, ma che la nave vuole ritornare a viaggiare con il vento in poppa e un po’ di quiete si inizia a intravedere dopo la tempesta: “nell’ultimo trimestre 2010 la banca ha registrato un trend positivo, che si conferma nei primi mesi del 2011. Crescono i conti correnti, cresce anche l’accantonamento del credito e quindi i margini di sicurezza sui rischi, che la banca potrà affrontare sostenendo imprese e famiglie”.

Parole cui mostra di credere Marco Cappellari che, in rappresentanza degli Amici della Cassa, conferma di “aver trovato ascolto” nel momento in cui chiedeva a Carife due cosa: “mantenere la ‘testa’ ferrarese di fronte ai timori che la banca potesse essere venduta – un dubbio che nnon abbiamo più – e che si salvaguardassero gli interessi di azionisti e clienti”.

Sottolinea il “dato importante” del 105 milioni di euro accantonati a copertura dei crediti Daniele Malucelli dei Liberi azionisti, secondo il quale “l’aumento di capitale sarà un successo”. Non vuole guardare al passato, che “serve per no commettere gli stessi errori in futuro”, Maria Cristina Gessi del Favi (sindacato autonomo bancari), che vede “pur in mezzo ad alcune incongruenze che rimangono da togliere, in questo piano industriale una novità, purché venga realizzato attraverso un percorso condiviso, a partire dal capitolo dipendenti (il consorzio)”.

“Il sì all’aumento di capitale è l’elemento abilitante per il nostro programma di rilancio della banca – replica Lenzi -. Noi abbiamo cercato chiarezza e, se qualcosa nel rincorrere i vari problemi che avevamo davanti ci è sfuggito, i fatti dimostrano le nostre intenzioni”. Lenzi dimostra chiarezza anche nel riconoscere che “è vero, rimangono alcune problematiche come la negoziabilità delle azioni, ma abbiamo risolto problemi molto (ripete quattro volte l’aggettivo , ndr) gravi e ora affronteremo anche questi”. Lenzi anticipa infine che nei prossimi giorni “ci saranno altri annunci da fare”: vedi alla voce entrate per la recente vendita di Crever Banca alla bresciana Valsabbina e la prossima vendita di Finproget a Sviluppo Finance.

Di numeri e cifre – e strategie – si è occupato Forin che ha fissato in 35 milioni di utile il bilancio da raggiungere nel 2014, “che non significa che negli anni intermedi non crediamo di crescere e ottenere già dei risultati: il percorso però deve essere graduale, secondo le indicazioni dei proprietari che vogliono rimanere tali per altri 250 anni”.

“Questa banca ha un compito – aggiunge il dg -: non deve solo produrre utili per i soci, ma aiutare lo sviluppo del territorio. Il primo passo in questa direzione è stato fatto con l’aumento di capitale. La Cassa non è una banca come tutte le altre. è una banca artigianale: solo un artigiano è in grado di operare certe rifiniture nell’opera finita”.

Una banca ‘artigiana’ con due anime: “un’anima di baca locale – spiega Forin -, rappresentata dall’asse emiliano romagnolo del Gruppo, e una di carattere nazionale, con la Banca popolare di Roma e Commercio e Finanza che rafforzano la sinergia con la capogruppo “.

Fra le operazioni all’o.d.g. anche la nomina di un membro supplente del collegio sindacale, Susanna Giuriatti, e alcune modifiche statutarie e il regolamento delle politiche di remunerazione dei consiglieri.

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