Economia e Lavoro
26 Marzo 2025
I sindacati stanno pensando di andare a Essen per parlare direttamente con ThyssenKrupp in attesa di un incontro con al Ministero

Berco. Lavoratori “delusi, si aspettavano passi avanti”

di Pietro Perelli | 3 min

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Copparo. Davanti ai cancelli di Berco alle 11 “quasi tutti gli operai” si sono ritrovati per ascoltare i rappresentanti sindacali riferire in merito all’incontro di lunedì 24 con l’azienda nella sede di Confindustria di Ferrara.

“Erano delusi” ci racconta Stefano Bondi (Fiom Cgil) perché si “aspettavano dei passi in avanti” ma “abbiamo dovuto spiegare loro che 12 ore di riunione non sono state sufficienti per smuovere l’azienda dalle sue posizioni”.

Già nella serata di lunedì Patrizio Marzola (Fim-Cisl) aveva raccontato di telefoni incandescenti che squillano in continuazione per le chiamate di lavoratori preoccupati perché si trovano a dover “fare i conti con una situazione economica disastrosa“.

Ora si domandano: “Cosa dobbiamo fare?”

Sicuramente la mobilitazione continuerà, anche se mercoledì e giovedì si torna al lavoro in vista dello sciopero nazionale dei metalmeccanici del 28 marzo, e ci sono altri trenta giorni per poter portare avanti la contrattazione con l’azienda. Lunedì si è infatti conclusa la prima fase, durata 45 giorni, ora se ne apre una seconda con 30 giorni di tempo che, dice Bondi, “utilizzeremo per confrontarci con l’impresa”. Nel frattempo già ieri Fim, Fiom e Uilm hanno inviato una richiesta al Mimit (Ministero delle imprese e del made in Italy) “affinché si convochino tutte le istituzioni interessate a partire dal ministero del lavoro, regione Emilia Romagna e sindaco di Copparo per condividere le iniziative da mettere in campo per richiamare al tavolo la Berco e la capogruppo Thyssenkrupp e riprendere un confronto che individui una strategia di prospettiva ed eviti un tragico epilogo della situazione”.

“Stiamo ragionando – aggiunge Bondi – su una trasferta a Essen per parlare con i vertici dell’azienda”. Essen è una delle città in cui ha sede ThyssenKrupp, l’azienda che controlla Berco, e da tempo i sindacati chiedono di porte parlare con i loro rappresentanti e scavalcando la dirigenza dello stabilimento di Copparo con la quale faticano a dialogare.

“La scorsa notte – hanno infatti spiegato in un comunicato le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm – si è consumato l’ultimo atto di disprezzo verso le lavoratrici e i lavoratori, le istituzioni italiane e una intera comunità. Dopo oltre 12 ore di confronto, la Berco non ha mai dimostrato di voler raggiungere un accordo condiviso: la posizione è stata sempre ‘prendere o lasciare'”.

Parlano di un management “responsabile di aver troncato il legame e il rapporto storico con la comunità di Copparo, che si è stretta attorno ai lavoratori che da oltre due mesi sono in presidio e in sciopero per respingere i licenziamenti ‘unilaterali’ dell’azienda e per rivendicare il diritto al lavoro ed un salario dignitoso”.

Non dimenticano l’aver “ignorato il tavolo del ministero delle Imprese e del Made in Italy, di aver interrotto le interlocuzioni con il ministro Urso che è impegnato in prima persona per individuare una positiva soluzione della vertenza”.

Infine, “il management di Berco, dopo aver sottoscritto innanzi al Prefetto di Ferrara l’impegno a trasformare la procedura unilaterale in essere da licenziamento di 247 lavoratori in esodi volontari e avviare con le Ooss il confronto per la revisione della contrattazione aziendale, ha disatteso gli impegni assunti non riconfermando quei contenuti, anteponendo ragioni meramente di ordine economico e finanziario”.

Un episodio, quest’ultimo, che ha minato definitivamente la “credibilità e l’affidabilità”.

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