Politica
23 Novembre 2024
Tra i testi una normale cittadina bannata dalla pagina di Alan Fabbri: “Mi sembra un comportamento poco democratico”

Processo a Estense.com. In aula ancora conferme su quanto scritto da Zavagli

di Redazione | 4 min

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Si avvia verso la chiusura della fase istruttoria il processo intentato dal sindaco di Ferrara Alan Fabbri al direttore di Estense.com Marco Zavagli. L’udienza di ieri (venerdì 22 novembre) è iniziata con l’esame dell’imputato. Zavagli è stato chiamato a rispondere dei motivi che l’avevano spinto, nell’ottobre del 2020, a scrivere l’editoriale incriminato dal titolo “La propaganda, l’industria che funziona meglio a Ferrara”.

“Era un periodo – parla rivolgendosi al giudice Giuseppe Palasciano – in cui la mia redazione era sottoposta a un duplice lavoro per quanto riguardava l’attività amministrativa del Comune di Ferrara: quella di ricezione delle notizie e di verifica della veridicità delle stesse. A volta ci accorgevamo che quanto comunicato dell’amministrazione peccava di veridicità”.

Esempi? L’imputato ricorda il caso di Ferrara citata sul Times e quello dei dati sul turismo. Sul terzo esempio fornito, quello in cui il sindaco attaccava Cgil, Cisl e Uil colpevoli di voler “garantire l’erogazione dei buoni pasto ai dipendenti pubblici in regime di smartworking” la memoria non ha aiutato il giornalista. Domanda alla quale, comunque, risponderà successivamente Luca Greco, altro teste, all’epoca responsabile della Funzione Pubblica della Cgil.

Vengono quindi i temi del terremoto, degli “squilibri di bilancio” della giunta Fabbri quando governava Bondeno, che verranno confermati anche dal teste successivo, Arnaldo Arlotti, autore del blog “Albo pretorio di Bondeno” dal quale l’autore dell’articolo aveva attinto le informazioni. Una pagina internet privata che Arlotti, dal ’99 al 2009 assessore e vicesindaco del comune matildeo, aprì per far conoscere ai concittadini i temi e i provvedimenti toccati dal Comune di riferimento.

Arlotti spiegherà che i documenti che vi sono raccolti “sono screenshot”, “estratti”, di documenti ufficiali e quindi i dati e i numeri riportati sono reali e veritieri.

È quindi il turno di Michele Lecci, portavoce del sindaco, a sedersi sul banco dei testimoni. Sollecitato sul tema dello shitstorming contro Estense.com, Lecci dice che invitò semplicemente le persone interne alla chat del gruppo della Lega “a scrivere e a esporre la propria opinione e la loro indignazione prima dell’uscita dell’articolo”. L’articolo in questione era l’inchiesta di questo giornale che nel maggio del 2019 scoprì il passato giudiziario di Nicola Naomo Lodi.

Il teste, dietro domanda dell’avvocato della difesa, ammette che a causa di quel comportamento venne sanzionato dall’Ordine dei Giornalisti perché la sua azione, “finalizzata a screditare il lavoro giornalistico di alcuni colleghi per fini politici”, venne ritenuta lesiva dei doveri deontologici del giornalista in quanto violava “i principi fondamentali di decoro e dignità che devono regolare la professione”.

Quanto alla gestione delle pagine social del sindaco, Lecci afferma di aver bannato, per motivi riguardanti parole o comportamenti che potevano avere risvolti giudiziari, “72 utenti su 116mila” che seguono le pagine da lui gestite.

In un post del febbraio 2022 la pagina di Fabbri dava un numero diverso: “In 3 anni – affermava il sindaco – ho inserito in blacklist 154 account”.

Tocca poi al sindacalista Greco. Greco spiega che il suo sindacato aveva pubblicato sul proprio sito e inviato ai giornali una serie di fake news dette o pubblicate da sindaco e amministrazione. “Era il periodo – ricorda – in cui si preparava lo sciopero dei dipendenti comunali e vedemmo che ci venivano attribuite cose che non avevamo mai detto, come quella di aver chiesto i buoni pasto per i dipendenti in smartworking”.

Greco parla anche degli incarichi fiduciari voluti da Fabbri, che “costano alla collettività 600mila euro”. Esattamente la stessa cifra riportata da Zavagli. Il sindacalista lamenta poi il fatto che “come sindacato avevamo espresso l’opinione che quei soldi sarebbe stato più utile destinarli a personale che facesse funzionare meglio i servizi pubblici”.

Anche sugli stipendi dello staff del sindaco Greco ha qualcosa da ridire: “normalmente un dipendente di categoria C1 guadagna circa 26mila euro l’anno. Quelli assunti da Fabbri ne prendevano 64mila”.

Ultima a testimoniare è Cristina Marabese, bancaria in pensione. Si tratta di una delle tante persone che, alla notizia del processo, si erano offerte spontaneamente di testimoniare in qualità di normale cittadina bloccata senza motivo dalla pagina facebook del sindaco. È stata scelta per testimoniare dalla difesa non avendo incarichi politici e non conoscendo personalmente l’imputato.

Marabese spiega di essere stata bloccata per aver semplicemente posto, “in toni civili perché le offese o le polemiche non sono nella mia indole”, una domanda su quali piani abbia l’amministrazione in tema di infrastrutture sportive a Ferrara.

“Mi sembra, se posso dirlo – ha chiuso -, un comportamento poco democratico”.

La prossima udienza si terrà il 7 febbraio, alle 9.30, con l’escussione degli ultimi testi.

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