Economia e Lavoro
9 Maggio 2024
Tra gennaio e marzo il bilancio tra aperture e chiusure volontarie di attività economiche si è attestato a -261 unità

Continua il percorso di recupero della normalità all’anagrafe delle imprese ferraresi

di Redazione | 4 min

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Continua, dopo la frattura pandemica, il percorso di recupero della normalità all’anagrafe delle imprese ferraresi. Tra gennaio e marzo il bilancio tra aperture e chiusure volontarie di attività economiche si è attestato a -261 unità, un valore più elevato rispetto allo stesso trimestre degli ultimi tre anni ma ancora al di sotto del periodo pre-pandemico. Il saldo del trimestre riflette, da un lato, un’accelerazione delle cancellazioni (854, pari allo 22,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2023) e, dall’altro, una stabilità delle iscrizioni (593, contro le 594 dell’anno precedente). Nel complesso, entrambi i flussi di aperture e chiusure di imprese restano comunque ancora al di sotto della media del periodo pre-pandemia. Il risultato della movimentazione, conduce ad una contrazione trimestrale del -0,81% dello stock di imprese (a fronte del -0,29% dell’Emilia-Romagna e del -0,18% in Italia). Questo in sintesi lo scenario che emerge dai dati Movimprese elaborati dall’Osservatorio dell’economia della Camera di Commercio di Ferrara Ravenna sulla base del Registro delle Imprese, relativo all’andamento del primo trimestre del 2024.

“Il presente e il futuro della nostra provincia – ha sottolineato il vice presidente della Camera di commercio di Ferrara Ravenna, Paolo Govoni – sono inscindibilmente legati alle piccole e medie imprese ed all’impresa diffusa, chiave di volta della sua competitività, struttura portante dell’economia reale e di qualsiasi processo di sviluppo territoriale. La mobilità dei giovani e la loro voglia di conoscere e di costruire relazioni con coetanei di altri Paesi, utilizzando quello strumento straordinario che è la libera circolazione delle persone, è una grande ricchezza, ma in questo scambio di umanità e di intelligenze Ferrara non deve impoverirsi. Anche per questo, dobbiamo diventare ancora più attrattivi verso le imprese, migliorando ambiente operativo e infrastrutture, e più attraenti verso le persone, con formazione e percorsi professionali adeguati utilizzando al meglio le risorse locali. Un cammino – ha concluso Govoni – certamente ambizioso ma possibile perché progettare il futuro, a partire dalle difficoltà e dalle sfide che stiamo vivendo, è la strada per governare bene anche il presente”.

Nel valutare i dati del primo trimestre – evidenzia l’Ufficio Studi della Camera di commercio – è importante considerare che, storicamente, questo periodo registra saldi negativi, principalmente a causa del concentrarsi alla fine dell’anno di un elevato numero di cessazioni di attività. Un fenomeno di natura tecnico-amministrativa che estende i propri effetti sugli archivi camerali anche nelle prime settimane del nuovo anno, influenzando il dato del primo trimestre. A fine marzo 2024, lo stock complessivo delle imprese registrate in provincia di Ferrara si attesta sulle 31.974 unità. Per quanto riguarda le forme giuridiche, il bilancio di avvio dell’anno ha avuto maggiori ripercussioni soprattutto sulle imprese individuali, che hanno registrato una diminuzione di 261 unità rispetto alla fine di dicembre (-1,38%). La diminuzione delle società di persone è stata meno significativa in termini assoluti, con una riduzione di 45 unità e inferiore anche in termini relativi a quella delle imprese individuali (-0,81%). Nota positiva, seppur lievemente attenuata rispetto all’anno precedente, dalle società di capitali che hanno registrato una crescita di 46 unità nei primi tre mesi dell’anno (+0,68%), in grado di compensare solo la perdita delle società di persone.

I dati restituiscono il profilo di un sistema imprenditoriale ferrarese che cerca di resistere, ancora una volta grazie alla filiera dell’edilizia e dei servizi a essa collegati (attività professionali, tecniche e scientifiche) e dei servizi alle imprese. In dettaglio, tra i settori, gli unici che crescono la propria base imprenditoriale rispetto al 2023 sono le Costruzioni, le Attività finanziarie e assicurative, quelle Professionali, il gruppo Noleggio e servizi alle imprese, le Attività legate alla sanità e assistenza sociale insieme a quelle Artistiche e di intrattenimento. In termini assoluti i saldi negativi più pesanti si registrano sempre in Agricoltura (-178 unità, si tratta di una tendenza di fondo che prosegue da anni e che questo trimestre è in forte accelerazione, a cui si deve gran parte dell’intero saldo negativo) e nel commercio (-54), settore che riduce la contrazione rispetto allo scorso anno. Questo evidenzia sfide specifiche che tali settori stanno affrontando, forse dovute a cambiamenti nelle preferenze dei consumatori, alle politiche agricole o, più in generale, all’impatto delle fluttuazioni economiche globali. Contrazioni più contenute si registrano poi per le attività manifatturiere (-24) e nelle attività di alloggio e ristorazione (-12) con riduzioni analoghe a quelle registrate da Attività immobiliari, Logistica e dalla voce Altre attività di servizi.

Nel primo trimestre dell’anno, crescono le imprese giovanili (+3,1%, corrispondente ad un saldo netto tra iscrizioni e cessazioni volontarie pari a +77 unità) e le imprese straniere (+1,8% e saldo pari a +62 unità). In territorio negativo, invece, troviamo le imprese femminili con 63 attività in meno e tasso trimestrale negativo pari a -0,8%.

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