Politica
20 Aprile 2024
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l'ultima conferenza stampa di Fornasini. "Violato il divieto di comunicazione istituzionale"

Anselmo prepara esposto. “Violata in modo netto e deliberato la legge sulla par condicio”

di Redazione | 2 min

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“Un esposto alle autorità competenti”. È quello in corso di redazione da parte di Fabio Anselmo a causa dell’ultima conferenza stampa tenutasi nel pomeriggio del 19 aprile in comune alla quale era presente l’assessore Matteo Fornasini candidato per Forza Italia. “Per l’ennesima volta – dice il candidato sindaco -, l’amministrazione viola in modo netto e deliberato la legge sulla par condicio che impone il divieto di comunicazione istituzionale”.

Dall’11 aprile l’avvocato fa notare che “i singoli soggetti titolari di cariche pubbliche (sindaco, assessori e consiglieri), se candidati, possono compiere attività di propaganda solo al di fuori dell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali”. Ma soprattutto lo possono fare “sempre che, a tal fine, non vengano utilizzati mezzi, risorse, personale e strutture assegnati alle pubbliche amministrazioni per lo svolgimento delle loro competenze”. Al contrario, secondo l’avvocato, “da una settimana a questa parte assistiamo a una sistematica violazione della normativa”.

In data 11 aprile 2024 sono stati indetti i comizi elettorali per le elezioni europee di sabato 8 e domenica 9 giugno 2024, date in cui si svolgerà anche l’elezione del Sindaco di Ferrara e del nuovo Consiglio Comunale.

Anselmo cita anche l’art. 9 della legge n. 28/2000 che dispone: “Dalla data di convocazione dei comizi elettorali (11 aprile 2024, ndr) e fino alla chiusura delle operazioni di voto ( 9 giugno 2024, ndr), è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione, ad eccezione di quella effettuata in forma impersonale ed indispensabile per l’efficace svolgimento delle proprie funzioni”.

Questo, spiega Anselmo, “trova altresì applicazione, per le elezioni comunali, l’art. 29, comma 6, della legge 25 marzo 1993, n. 81, ai sensi del quale ‘è fatto divieto a tutte le pubbliche amministrazioni di svolgere attività di propaganda di qualsiasi genere, ancorché inerente alla loro attività istituzionale, nei trenta giorni antecedenti l’inizio della campagna elettorale e per tutta la durata della stessa’”.

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