Cronaca
28 Marzo 2024
Parla il gruppo che raccoglie le famiglie che il 28 dicembre 2020 fecero un esposto alla Procura di Ferrara: "L'istruttoria ha già fornito sufficienti elementi perché il gip possa disporre un rinvio a giudizio di tutti gli indagati"

Archiviazione Rsa. I parenti della Residenza Paradiso si oppongono

di Redazione | 4 min

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Il Comitato Parenti Residenza Paradiso di Ferrara, che raggruppa le famiglie che il 28 dicembre 2020 fecero un esposto alla Procura di Ferrara a seguito dei morti e dei contagi che si verificarono tra la seconda e la terza ondata nella Cra Residenza Paradiso, ha deciso in modo unanime di opporsi al provvedimento di richiesta di archiviazione formulata dalla pm Barbara Cavallo.

“Perché a nostro parere – spiegano – e col conforto di Amnesty International Italia che si è impegnata dal 2020 su questi temi e in questa direzione a livello nazionale, la richiesta non tiene in considerazione i diritti costituzionali universali garantiti dalla Repubblica – il diritto alla salute e il diritto all’uguaglianza – e i diritti umani in ambito internazionale sanciti ad esempio dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, tra essi il diritto alla salute, alla vita, alla dignità umana, alla non discriminazione e il diritto di non essere sottoposti a trattamenti inumani e degradanti. Le vittime innocenti della strage nascosta consumata nelle Rsa durante la pandemia, “gli invisibili”, sono innanzitutto cittadini e cittadine italiani ed europei”.

Il Comitato Parenti Residenza Paradiso di Ferrara si opporrà, pertanto, alla richiesta di archiviazione. “Il Comitato – spiegano i rappresentanti – sin dall’inizio era ben conscio che questa sarebbe stata una lotta difficile, anche per il nostro esiguo numero e per una controparte con uno stuolo di avvocati e periti. Molti parenti hanno rinunciato da subito a farsi parte responsabile, forse per indifferenza, altri forse non avendo gli strumenti, i mezzi, soprattutto la forza. Perché la paura genera paura. Ma la vera paura che ci ha attanagliato senza tregua in questi lunghi tre anni e mezzo è stata quella di non essere riusciti a salvare i nostri familiari, di non aver potuto far niente, di vederli soffrire o morire lentamente in videochiamata, quando è stato possibile, o di riceverli come cenere. Loro che ci avevano cresciuto e amato, che erano e sono la nostra storia e che fanno parte di noi. E non c’è niente a nostro favore, specie dopo questo provvedimento, che riflette il mondo capovolto in cui viviamo, perché l’Associazione Familiari delle Vittime Covid-19#Sereniesempreuniti di Bergamo ha dovuto ricorrere alla Cedu alla Corte Internazionale dei diritti dell’uomo, all’Europa”.

Il Comitato prosegue: “La nostra scelta poteva essere quella di far rientrare tutto nella “normalità” dell’accantonamento, abbiamo scelto invece – per quanto ci sarà concesso di poter fare ma sempre sino in fondo – di dare dignità e giustizia ai nostri cari e a tutte le migliaia di vittime morte ovunque, in solitudine e in silenzio. Un silenzio assordante soprattutto quello delle istituzioni. Abbiamo ricevuto lungo questo cammino pressioni di vario tipo. Sapevamo che le dimensioni di questa battaglia erano sproporzionate, come quelle di Davide e Golia, ma Davide sconfisse Golia con una fionda e cinque sassolini. La nostra fionda è la volontà di dare un segnale di cambiamento, di cambiare questa rotta e i nostri sassolini sono sette come le nostre famiglie. Certo un segnale piccolo, ma è una fiamma”.

“Ad avviso della difesa dei familiari, l’istruttoria – aggiungono – ha già fornito sufficienti elementi perché il gip possa disporre un rinvio a giudizio di tutti gli indagati, essendo già emersi quei gravi indizi di reato tali da permettere un vaglio critico delle condotte contestate e ciò nella sede naturale del processo che è e deve rimanere il dibattimento. Sarà quella la sede in cui potrà essere messa in luce la reale dimensione di quanto accaduto in quei terribili momenti. Riteniamo che un generico richiamo alla normativa vigente in termini di elementi necessari per il rinvio a giudizio sia totalmente avulso dalla realtà della vicenda in esame, dove le gravi negligenze della struttura sono state da numerosi testi escussi già riferite e meglio potranno emergere nella fase dibattimentale“.

Il Comitato conclude: “Siamo comunque fiduciosi coltivando la speranza che il gip del tribunale di Ferrara voglia tenere in debito conto le affermazioni del perito del pm, dei testi escussi e degli altri elementi emersi nelle indagini, sicuri dell’appoggio della cittadinanza e speranzosi dell’aiuto di chi sa e ancora non ha parlato“.

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