Goro
26 Marzo 2024
La famiglia del giovane assassinato nel 1988 ha posizionato quattro buchette delle lettere in punti strategici tra Goro, Taglio di Po, Lido di Volano e Lido delle Nazioni. Luca Branchi: "Se uscisse la verità, anche la comunità si toglierebbe un fardello"

Omicidio Willy. Quattro buchette contro l’omertà

di Davide Soattin | 3 min

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Goro. Quattro buchette in quattro punti strategici dove, garantendo l’assoluto anonimato, chiunque sia a conoscenza di dettagli e informazioni sull’omicidio di Willy Branchi, il 18enne che più di trentacinque anni fu ritrovato senza vita lungo la riva del fiume Po a Goro, seviziato e ucciso da mani ancora oggi ignote, possa lasciare la propria lettera e aiutare Procura di Ferrara e carabinieri ad affrontare la fase finale delle indagini, nella speranza di arrivare presto alla verità.

A dare notizia dell’iniziativa è Luca Branchi, fratello della vittima, a cui nel 2015 – poco dopo la riapertura delle indagini – fu inviato uno scritto anonimo ritenuto dagli inquirenti una “nuova, importantissima, pista investigativa” seppur l’autore della missiva non si sia mai apertamente fatto avanti. Nei mesi scorsi, infatti, l’autorità giudiziaria e i militari avevano fatto un comunicato stampa per chiedere alla persona rimasta ignota di uscire allo scoperto e di parlare, senza però successo.

Da qui la decisione di posizionare quattro buchette delle lettere tra le province di Ferrara e Rovigo dove, non solo chi ha scritto quella lettera senza firma, ma anche chiunque sappia qualcosa di quanto accaduto il 29 settembre 1988 e non abbia ancora trovato il coraggio di parlarne, potrà lasciare il suo contributo.

La prima è sul porto di Goro, in piazzale Leo Scarpa, in fondo a via del Mercato Nuovo, dove c’è il parcheggio; la seconda a Oca Marina, frazione di Taglio di Po, in piazza San Rocco a fianco della chiesa del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria e San Rocco Confessore, la terza a Lido di Volano, all’ingresso della pineta che collega con Lido delle Nazioni; la quarta Lido delle Nazioni, all’ingresso della pineta che collega col Lido di Volano.

“Notizie che ci sono arrivate in forma confidenziale ci portano a intervenire su queste quattro zone perché abbiamo saputo esserci la disponibilità di qualcuno a riportare elementi finora rimasti nell’ombra” spiegano l’avvocato Simone Bianchi, che assiste la famiglia, e Davide Tuzzi, investigatore privato della Securiteam. “L’obiettivo è quello di cercare di spronare chi ha notizie a fornircele, perché è indubbio che questa sia l’ultima possibilità. Siamo arrivati alla fase finale delle indagini e ora bisogna cercare di squarciare l’ultimo muro di omertà che ancora rimane“.

“Oggi – prosegue il legale della famiglia di Willy – non possiamo che dire grazie al pm Andrea Maggioni e ai carabinieri per l’attività svolta, la grande vicinanze e la disponibilità che hanno sempre dato alla famiglia. Ci siamo chiesti come potevamo fare per aiutarli e ci è venuta questa idea, dove chiunque è a conoscenza di elementi utili può lasciare il suo contributo, ovviamente preservando l’anonimato. Lo sottolineo perché abbiamo visto che, senza rivelare il loro nome e cognome, alcune persone si sono fatte avanti con importanti indizi. Ci manca quel piccolo tassello per arrivare alla verità“.

Lo sa bene Luca Branchi, che lancia un appello ai suoi concittadini: “Io e la mia famiglia meritiamo di sapere cosa sia successo quella notte. Anche la comunità di Goro starebbe molto meglio, sennò è un fardello che ci portiamo dietro per tutta la vita. Sappiamo che dopo trent’anni non è semplice e che non abbiamo avuto fortuna, ma quella persona che ha scritto lettera anonima si faccia avanti e ci faccia capire cosa sa. È un appello che faccio a Goro. Sono nato a Goro e voglio morire a Goro. Spero che qualcuno voglia dire qualcosa, che venga fuori qualcosa di utile per arrivare alla fine delle indagini”.

 

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