Non erano stati trovati assieme agli commensali della cena dei “Bravi ragazzi”, andata in scena la sera del 22 dicembre in un ristorante di via Carlo Mayr, perché se ne erano già andati. Ma non, come si credeva in un primo momento, per evitare di essere identificati, bensì perché si erano apertamente dissociati dai beceri comportamenti di alcuni di loro.
Ieri pomeriggio (martedì 5 marzo) uno dei due rugbisti in forza al gruppo sportivo delle Fiamme Oro è stato interrogato dalla Digos su delega della procura di Ferrara per chiarire i contorni della sua partecipazione alla festa di compleanno “in maschera”; dove i 24 uomini si dovevano vestire da detenuti e le 4 donne da sexy poliziotte.
Ad assisterlo c’era l’avvocato Giacomo Forlani, che ha riferito come “il mio assistito, così come emerso dagli interrogatori di altri coindagati, ha dichiarato di essersi subito dissociato dai cori partiti da una parte della tavolata, tanto che in un primo momento ha protestato contro il festeggiato e poi, quando la signora che si era indignata è uscita, ha deciso di andarsene prima ancora che portassero da mangiare. Così ha fatto l’altro mio assistito”.
L’altro assistito è il secondo giocatore in forza alle Fiamme Oro, che dovrebbe essere sentito questa mattina.
“A entrambi preme sottolineare – prosegue il legale – che non si identificano assolutamente con quanto avvenuto quella sera, che non sono fascisti Né hanno preferenze per partiti o fazioni di estrema destra e sperano che alla fine di questa vicenda la loro immagine possa essere riabilitata”.
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