Politica
16 Gennaio 2024
Alan Fabbri attacca Perego per le dichiarazioni sul regolamento per l’assegnazione delle case popolari

Il sindaco al vescovo: “Riempia di migranti il suo Palazzo”

di Redazione | 3 min

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“Il vescovo di Ferrara, presidente della Fondazione Migrantes, va spesso oltre le sue competenze e ogni volta che lo farà commenterò le sue parole, almeno fino a quando farà il politico e non il pastore della sua comunità”. Alan Fabbri attacca il vescovo Gian Carlo Perego per alcune dichiarazioni rilasciate al “Carlino” locale in merito ai nuovi criteri di assegnazione delle case popolari.

“Anche in questa occasione, ha voluto dire la sua – continua Fabbri -: prima consiglia di affidare la nostra terra ai migranti, adesso sostiene coerentemente la causa del Partito Democratico della Regione Emilia-Romagna, chiedendo di dare loro anche una casa popolare, superando così tutte le famiglie in coda da anni ed eliminando il criterio della residenzialità storica”.

Quanto alle terre affidate ai migranti, il primo cittadino fa riferimento a una polemica sorta dopo le dichiarazioni del monsignore rilasciate in occasione del centenario della Fondazione Navarra: il vescovo non suggeriva di regalare terre a nessuno, ma invitava la Fondazione Navarra all’accoglienza di persone che hanno bisogno di casa, scuola, lavoro, terra. In questo senso, l’arcivescovo suggeriva anche la collaborazione oltre che con l’Università con le Ong come l’Ibo o diventare essa stessa anche capace di progetti di cooperazione allo sviluppo in collaborazione con il ministero degli Esteri e con i Comuni. 

Fabbri ora insiste sulle case popolari e cita erroneamente le parole di Perego: «Le vecchie regole sono discriminatorie. Il diritto alla casa è legato alla persona e non al cittadino, considerando le sue condizioni di povertà e disagio in senso generale».

In realtà il vescovo, rispondendo a precisa domanda nell’arco di una lunga intervista pluritematica, aveva affermato che «il regolamento per l’assegnazione delle case popolari del Comune di Ferrara, a motivo di ricorsi, è stato ritenuto discriminante dal Tribunale di Ferrara e anche in Appello» e che «la modifica regionale corrisponde al principio che il diritto alla casa – come affermato dal diritto internazionale ed europeo e dalla Corte Costituzionale in più sentenze – è legato alla persona e non al cittadino, considerando le sue condizioni di povertà e di disagio in senso generale. Pertanto, ritengo che la modifica del Regolamento regionale – a cui compete legiferare sul patrimonio abitativo – sia stata opportuna e nel rispetto della dignità e dei diritti sociali delle persone e delle famiglie, siano esse arrivate nella nostra città o storicamente presenti».

Per Fabbri a ogni modo si tratta di “vangelo della domenica”. “Io continuerò a pensare – continua il sindaco – che le case popolari siano prima di tutto proprietà dei cittadini, né del vescovo né della Regione Emilia-Romagna, perché costruite con i sacrifici delle nostre generazioni”.

“Ritengo più giusto – prosegue – affidare gli alloggi a chi ha investito da più tempo in questo territorio. E qui non è solo una questione di italianità, ma di rispetto per chi paga le tasse da sempre e si è trovato improvvisamente in difficoltà. In questo grande contenitore ci sono italiani e anche tanti stranieri ben integrati, che hanno scelto di vivere onestamente nel nostro territorio e che contribuiscono da anni al welfare della nostra Regione”.

Fabbri pala quindi di “follia ideologica” ed esorta il presidente Bonaccini a intervenire sulla questione. “Ma soprattutto – conclude -, consiglio a Monsignor Gian Carlo Perego di iniziare a riempire di migranti il suo Palazzo e di lasciare le case popolari ai ferraresi. La sua reggia non solo è molto grande, ma mi sembra anche piuttosto vuota. È facile fare i caritatevoli con i soldi e i beni degli altri, molto meno unire con coerenza parole e fatti. Ma ormai dal vescovo di Ferrara ci si può aspettare di tutto: che non sia lui il prossimo candidato del Pd ferrarese?”.

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