Eventi e cultura
17 Novembre 2023
Autori in rassegna in sala Arengo. Percorso artistico tra i territori confinanti a Cura di Lucio Scardino. Sala piena con tanti partecipanti anche dal Veneto. Il ferrarese Nardi dipinse ben 15 chiese nell'area del Rodigino

Pittori ‘dei due mondi’: i ‘Caschi Blu della Cultura’ presentano l’arte tra Ferrara e il Polesine

di Redazione | 3 min

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Sono i pittori ‘dei due mondi’, attivi e apprezzati tra Ferrara e il Polesine e ‘uniti’ dal Po, il fiume che solca una terra comune, spesso raffigurato attraverso il mito di Fetonte, fulminato da Zeus e caduto proprio nelle acque del Grande Fiume. Una terra quindi che è stata ambientazione delle antiche storie degli dei raccontata da molti ferraresi e polesani, in un continuo scambio: ne ha parlato martedì lo storico dell’arte Lucio Scardino, ospite dei Caschi Blu della Cultura e introdotto da Gianna Andrian, in un incontro in sala dell’Arengo di palazzo Municipale partecipato da circa un centinaio di persone, con alcuni parenti dei compianti artisti. Per l’occasione il pubblico è arrivato anche da Rovigo e dal Polesine.

In un percorso che ha passato in rassegna la vita e l’opera di decine di autori attivi nei territori tra l’Emilia e il Veneto, è emerso che il più fecondo pittore delle chiese polesane tra le due guerre è stato un ferrarese, Antonio Maria Nardi. Suoi dipinti si trovano in ben quindici chiese polesane. Si ricorda in particolare quella di Lendinara, nella chiesa di Santa Sofia e nel santuario di Nostra Signora del Pilastrello.

C’è poi chi ha operato in diversi campi, come Ervardo Fioravanti, nato a Calto (Rovigo) e a lungo insegnante al Dosso Dossi, appassionato giornalista, la cui vita è stata segnata anche da una lunga prigionia in Texas, nel corso della seconda guerra mondiale, ma sempre dedita al disegno, alla pittura e alla scrittura.

Della provincia di Rovigo era anche Gino Colognesi (nato a Fiesso Umbertiano), di cui è stata recentemente riscoperta un’opera a lungo inedita, oggi in collezione privata: un ritratto, in cera, di un’elegante signora che indossa un sontuoso cappello e sembra prendere forma da un romanzo di Giorgio Bassani. L’elenco è lungo e contempla anche nomi come quelli di Marisa Occari, nata a Stienta e formatasi tra Ferrara e Venezia, grande cantrice del Po e delle sue terre e Mario Capuzzo, apprezzatissimo e poliedrico artista, capace di spaziare dal realismo magico ai paesaggi del Delta, ritraendo inoltre volti, scorci, tra passato e presente.

E ancora: Edoardo Chendi, allievo di Giorgio Morandi a Bologna, grande ritrattista. Di Chendi è stata mostrata, in particolare, un’opera del 1946, che ritrae il pittore Vittorio Milan alla età di 26 anni. Preziosa fonte per ricostruire le tante firme che resero particolarmente vivace la scena artistica dei due territori – ha fatto notare Scardino – è il “Dizionario degli artisti nati o attivi in Polesine nel XIX e XX secolo”, a cura di Paola Pizzamano, Alfredo Sigolo, Mihran Tchaprassian. Nella curiosa connessione dei luoghi è sempre il Grande Fiume a ricorrere: così, ad esempio, sia la piazza principale di Francolino, frazione di Ferrara, sia quella di Crespino, comune del rodigino, sono dedicate proprio a Fetonte. Fetonte che pure è rappresentato in sala dell’Arengo di palazzo Municipale, nell’interpretazione di Achille Funi, oggi grande protagonista a palazzo dei Diamanti.

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