Spal
18 Maggio 2023
Gli ultras non fanno sconti: "Ricatto surreale. Accettiamo l'incontro per senso di responsabilità"

Gli ultras non si scusano ma tendono la mano a Tacopina

di Redazione | 4 min

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Dopo essere stata pienamente chiamata in causa dal proprietario della Spal, ecco che la risposta del tifo organizzato biancoazzurro non si è fatta attendere. Nella sua lunga conferenza stampa Joe Tacopina ha rimarcato più volte lo shock provocatogli dai cori della Curva Ovest nei suoi confronti, cosa che lo ha portato a rivolgere il dito medio a un’abbondante porzione di stadio, senza tralasciare poi il tentativo di aggressione denunciato dall’avvocato e avvenuto direttamente in palestra il giorno seguente.

Tacopina ha fatto capire di esigere delle scuse e di essere pronto a un incontro, ed ecco la pronta risposta della ‘Ovest’ arrivata sui canali social. Dopo un preambolo nel quale la conferenza stampa di ‘Joseph’ viene definita ‘inutile’ e dalla quale sarebbe nato un ‘ricatto che, con molta benevolenza, vogliamo definire surreale‘, gli ultras spiegano punto per punto le loro ragioni.

“In questa stagione abbiamo onorato questo ruolo al massimo delle nostre potenzialità, con una presenza massiccia in casa e in trasferta, nonostante i risultati sportivi deludenti. Abbiamo inscenato diverse coreografie monumentali, ideandole e assemblandole fino a tarda notte, nonostante una deprimente posizione di classifica. Ci siamo resi disponibili a promuovere e a partecipare alle iniziative benefiche delle associazioni sul territorio. Abbiamo fatto donazioni a ragazzi diversamente abili della nostra provincia. Abbiamo organizzato iniziative aggregative e culturali, dedicando impegno e competenze al tessuto sociale cittadino. E ancora, il 9-10-11 giugno, nonostante la retrocessione in serie C, organizzeremo la festa della Curva Ovest nel sottomura, ai piedi del baluardo di S. Pietro. Abbiamo dimostrato coi fatti di non arrenderci mai, e non lo faremo ora. Anzi, rilanceremo, anche in serie C. Tutto questo l’abbiamo fatto solo per amore della Spal, non per promuovere la nostra immagine come asserisce l’attuale proprietario”.

Il tifo organizzato poi si prende la responsabilità per quanto accaduto contro il Parma: “Tornando al nostro ruolo, quello di tifosi, solo nell’ultima partita casalinga della stagione, dopo il gol subito dal Parma che ci condannava matematicamente alla serie C, abbiamo contestato squadra e allenatore, ma soprattutto colui che riteniamo il principale responsabile di questa stagione sportiva. Colui che da due anni millanta doti da vincente facendo promesse irricevibili, persino per un ambiente “pessimista” come il nostro, nelle sue interpretazioni. Fa parte del nostro ruolo e lo abbiamo fatto, in maniera più o meno colorita, seguiti e condivisi da oltre tremila persone tra curva e altri settori dello stadio. Allo stesso modo in cui avviene da quasi un secolo in tutti gli stadi d’Italia: chi sceglie di fare questo remunerativo mestiere dovrebbe saperlo bene. Di queste azioni, che, lo ripetiamo, competono al nostro ruolo di tifosi organizzati, ne rispondiamo solo ed esclusivamente alla Curva, ai tifosi della Spal, alla nostra città e alla legge italiana, peraltro fin troppo severa su questo tipo di dinamiche. Non di certo a Joseph Tacopina, il quale, dimenticando gli onori e gli oneri del suo ruolo, dopo aver tentato di aggredire alcuni tifosi in tribuna, ha mostrato il dito medio a una tifoseria intera. Una tifoseria che nell’arco di due campionati deludenti e fallimentari ha sostenuto con dedizione e amore incondizionati la squadra che lui presiede. E che venerdì, come sempre, sarà a Pisa per la maglia e per i colori, come fosse una finale, anche da retrocessa”.
Si parla poi apertamente di ricatto dato che Tacopina “ha vincolato la sopravvivenza di un patrimonio sportivo, culturale e sociale di questa città a delle scuse da ricevere non si sa bene da chi, visto che la contestazione gli è stata mossa da diverse migliaia di persone nel pieno delle loro facoltà mentali“. Secondo la ‘Ovest’ sono state vincolate a ciò anche il futuro delle giovanili, della squadra femminile, aziende e sponsor che hanno investito nella Spal e in generale “il rispetto verso l’immenso patrimonio sportivo, culturale e sociale di cui è capofila, da cui riceve immensi onori e verso il quale ha altrettanto immensi e inderogabili oneri”.
Si arriva poi al punto: “Per tutti questi motivi, non faremo le nostre scuse a Joseph Tacopina e allo stesso tempo non pretendiamo di riceverle: non siamo bambini e non sapremmo che farcene, non siamo interessati alle cazzate ma solo alla Spal e al suo futuro“.

C’è comunque un apertura a un incontro per senso di responsabilità nei confronti di tutte le parti precedentemente citate ma sempre “alle nostre condizioni: ci rifiutiamo di farlo come Curva Ovest, come entità singola, sia perché non abbiamo il diritto di affrontare il tema della sopravvivenza della Spal come unici interlocutori, sia perché non vogliamo dar luogo a una riunione infantile, nella quale si finirebbe col fare soltanto a gara a chi ha il cazzo più lungo. Non è minimamente di nostro interesse. Di nostro interesse sono solo ed esclusivamente il bene e il futuro della Spal, e di questo Joseph Tacopina dovrà rispondere. Ma non a noi, quanto alla città di Ferrara, come il suo ruolo impone”.

L’invito è esteso anche al sindaco Fabbri e al Coordinamento Spal Clubs “e non si parlerà di chi deve chiedere scusa a chi, ma solo ed esclusivamente della Spal e del suo futuro. Attendiamo una risposta della proprietà in tempi celeri per organizzarci in tal senso”.

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