22 Dicembre 2022
Per la fondazione la nostra regione è prima nell'assicurare le prestazioni sanitarie, sopra le medie nazionali per vaccinazioni e supera i posti letto acuti richiesti dalla legge. Salgono anche i medici in forza al SSN. Zappaterra: "I numeri dimostrano la qualità del nostro sistema universalitstico"

L’Emilia-Romagna prima sanità in Italia per Gimbe, Zappaterra: “Testamento alla qualità del sistema regionale”

di Redazione | 3 min

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L’Emilia-Romagna è la prima regione in Italia nell’assicurare le prestazioni sanitarie ai propri cittadini non solo nel decennio 2010-2019, come certificato dalla fondazione Gimbe, ma conferma questa posizione anche nel 2020 e 2021, anni della pandemia, secondo i dati a disposizione dell’assessorato regionale alle politiche per la salute. A certificare il primato per il 2010-2019 è appunto l’osservatorio della fondazione Gimbe, che oggi ha reso pubblico il report “Livelli essenziali di assistenza: le diseguaglianze regionali in sanità”. Il report analizza la capacità di promuovere e garantire da parte delle regioni l’effettiva erogazione dei servizi sanitari, valutandone l’uniformità sul territorio nazionale.

In questa particolare graduatoria l’Emilia-Romagna si posiziona in testa, con il 93,4% di adempimento (migliorando dello 0,6% il dato della precedente rilevazione del 92,8%), davanti alla Toscana (91,3%) e al Veneto (89,1%).

“Il report Gimbe certifica la qualità della sanità pubblica dell’Emilia-Romagna”, commenta l’assessore alle politiche per la salute, Raffaele Donini. “Una tendenza che si è confermata anche durante la pandemia nel 2020 e 2021. Nonostante il Covid abbia colpito l’Emilia-Romagna in misura maggiore rispetto alla quasi totalità delle altre regioni, infatti, siamo riusciti a mantenere un livello dei servizi superiore alla media italiana su tantissimi fronti, dai posti letto ai ricoveri urgenti, dalla vaccinazione agli screening, solo per citare i contesti più noti. Le difficoltà sono ancora tante, soprattutto in riferimento alla carenza di personale sanitario e alla sostenibilità politica del sistema – continua l’assessore – ma la sanità pubblica della nostra regione, grazie all’organizzazione delle aziende sanitarie e alla competenza e alla dedizione dei nostri professionisti, sta dimostrando ancora una volta una grande capacità di rispondere ai bisogni dei cittadini anche in un periodo così complesso. Le difficoltà di bilancio delle regioni, in particolare quelle più colpite dal Covid e con maggiori costi energetici per la significativa diffusione sul territorio delle strutture di sanità pubblica come nel caso dell’Emilia-Romagna, devono essere affrontare e risolte insieme al governo per mantenere un adeguato livello dei servizi. Nei prossimi mesi concentreremo ogni sforzo per la riduzione dei tempi d’attesa per le visite specialistiche, prestazioni diagnostiche e interventi chirurgici, e promuoveremo riforme di sistema ad iniziare da quella dell’emergenza-urgenza”.

Dei dati elaborati da Gimbe si dice felice anche la consigliera regionale ferrarese Marcella Zappaterra, secondo la quale “i numeri attestano ancora una volta la qualità del nostro sistema sanitario regionale, pubblico e universalistico, che è riuscito ad assicurare un livello di servizi superiore alla media nazionale anche negli anni durissimi della pandemia. Non dobbiamo mai dimenticare quanto il sistema ospedaliero tra il 2020 e 2021 sia stato messo sotto pressione e, di conseguenza, l’intera filiera organizzativa della sanità si sia dovuta riorganizzare”

Secondo i dati elaborati dall’assessorato sulla base del portale Covid-19 di Agenas, l’Emilia-Romagna ha fatto meglio della media italiana per 15 indicatori su 19, garantendo per esempio i servizi di screening, i ricoveri urgenti e gli interventi per tumori, nonostante sia stata colpita dal Covid per un 10% in più rispetto alla media nazionale. I medici impiegati dal Servizio Sanitario Nazionale in regione sono cresciuti del 4,2% (Italia:-2%), gli infermieri del 5,8% (Italia: +1%), gli operatori socio sanitari del 18,7% (Italia: -2%). All’orizzonte però c’è un turnover importante, che prevede nei prossimi dieci anni il 33% dei medici e il 19% degli infermieri in uscita.

Sul fronte della dotazione dei posti letto ospedalieri, nel 2021 la Regione è riuscita anche a garantire i livelli richiesti dal decreto ministeriale 70, con 0,2 posti letto acuti ogni mille abitanti rispetto alle richieste di legge.

Anche nella prevenzione vaccinale l’Emilia-Romagna fa sempre meglio della media nazionale (la copertura vaccinale antinfluenzale nella popolazione emiliano-romagnola over 65 anni è del 65,1% rispetto al 58,1% italiano). Nelle coperture vaccinali obbligatorie l’Emilia fa meglio della media nazionale 8 volte su 8, mentre vengono confermati ottimi anche i risultati relativi allo screening del tumore della mammella, cervice uterina e colon-retto.

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