Nell’ultima settimana due sono stati gli incontri a Villanova con Fabio Anselmo e Sabrina Pignedoli e, dice Maria Teresa Pistocchi del Movimento 5 Stelle, “un sos corale si leva dalle piccole frazioni rurali del Comune di Ferrara”. Frazioni “che si stanno spopolando e vivono tutte le stesse problematiche: isolamento per mancanza di servizi di mobilità pubblica, scarsa cura del territorio, mancanza di attività commerciali, strade dissestate, zero ciclabili, invecchiamento della popolazione, scuole chiuse, mancanza di presìdi sanitari”.
“Oltre a tutto ciò – continua Pistocchi -, in questi territori di frontiera capita spesso che arrivi a sorpresa la grande opera imposta dall’alto senza alcun coinvolgimento della popolazione locale, come invece sarebbe previsto, ricordava Pignedoli, dalle raccomandazioni dell’Unione Europea; così è successo a Villanova dove, su di un’area agricola di 14 ha, dovrebbe insediarsi una grossa centrale per la produzione di biometano, in parte finanziata con i soldi Pnrr”.
L’iter autorizzativo è iniziato circa 2 anni fa e non si è ancora concluso. “Sin qui caratterizzato da giravolte di posizioni politiche, deroghe e varianti ai regolamenti edilizi e proroghe dei tempi, oltre che da analisi e pareri tecnici e normativi di una superficialità imbarazzante, sia da parte della politica, che degli enti preposti alla valutazione, al controllo e alla vigilanza”.
Pistocchi nota che “le numerose implicazioni di impianti così complessi richiederebbero alti livelli di conoscenze in campo industriale, energetico, agronomico, ambientale, logistico, ma nulla di tutto questo traspare dai vari pareri scritti e dai colloqui intercorsi in questi anni tra il comitato di cittadini, preparato ed agguerrito, ed i loro interlocutori pubblici”.
Quello che emergerebbe da una prima lettura delle carte è. secondo la pentastellata, che “il consolidato gioco di scatole cinesi con società e prestanomi che si intersecano e l’immancabile colosso straniero come beneficiario finale; la mancanza di dati indispensabili per la valutazione; gli inganni del bosco planiziale per la mitigazione e dei mezzi di trasporto a biometano che ancora non esistono, un elenco fornitori non supportato da alcun contratto”.
Sarebbe “questi e molti altri gli appigli per poter smascherare il colossale business privato spacciato per opera di pubblica utilità, per transizione energetica, per economia circolare, ma sino ad ora pare che nessuno li abbia raccolti”. Sarebbe poi “molto grave che agenzie di controllo come Arpae ed i numerosi enti che partecipano alla conferenza dei servizi non siano stati in grado di approfondire e valutare il pesante impatto ambientale e sociale di un impianto di quelle dimensioni, primo fra tutti l’insostenibile aumento di traffico su arterie stradali inadeguate (via Pomposa in primis) ed il conseguente livello di disturbo, di rischio ed incremento di emissioni in atmosfera”.
“Il ‘cui prodest’ – conclude Pistocchi – resta da comprendere e smascherare, per questo sarebbe di grande aiuto quanto richiesto da Pignedoli in Europa e sino ad ora negato, ovvero un registro trasparente dei beneficiari finali dei fondi pubblici europei. Il M5S ha contrastato la centrale di Villanova sin dall’inizio e confida di poter coinvolgere presto, a supporto di questa battaglia, l’ex ministro dell’ambiente Sergio Costa”.
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