Cronaca
10 Novembre 2022
Quattro rinvii a giudizio per la faida tra gruppi di tunisini nell'estate 2021

Simulò il proprio rapimento, patteggia un anno e mezzo

di Daniele Oppo | 2 min

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“Aymane, morto da eroe”. La Procura valuta l’autopsia

"È morto da eroe". Non usa mezzi termini Monica Ferraccioli, sindaco di Castelnovo Bariano, in provincia di Rovigo, per commentare la tragedia in cui ha perso la vita il proprio concittadino 16enne Aymane Ed Dafali, morto sabato (14 giugno) sera al Lido degli Estensi, nel tentativo di salvare una coppia di villeggianti

Irreperibile la coppia soccorsa da Aymane

La coppia di turisti soccorsa dal giovane Aymane sarebbe andata via appena dopo il tentativo salvataggio. Si tratta di un ragazzo e una ragazza, tra i 20 e i 30 anni, che al momento risultano irreperibili.

Anselmo: “Il processo Aldrovandi risolto grazie a Anne Marie Tsegue”

“Eravamo in pochi. C’erano tanti testimoni, ma alla fine il processo Aldrovandi lo abbiamo risolto grazie a Anne Marie Tsegue, la donna camerunense con il permesso di soggiorno in scadenza, che ebbe una crisi di coscienza e raccontò quanto aveva visto. Per il resto eravamo soli, c’è poco da fare. Alle nostre manifestazioni, le persone arrivavano perlopiù da fuori, da altre città. Il clima che si respirava era molto difficile”

(archivio)

Vittima di un rapimento in un contesto che creò non poco allarme, di lotta tra gruppi di tunisini fatta di raid casalinghi e relative devastazioni. Imputato per calunnia e simulazione di reato, perché quel rapimento era solo un’invenzione per vendicarsi proprio del raid e delle violenze subite e forse per mettere sotto scacco i rivali.

Ha patteggiato la pena – un anno e mezzo di reclusione – Rijad Omrani (avvocato Giancarlo Bozzi) il ‘rapito’ per la ricerca del quale, nell’agosto 2021 si mobilitarono i carabinieri e la procura, allarmati per quanto stava accadendo. L’uomo poi si presentò di sua spontanea volontà qualche giorno dopo e, tra una contraddizione e l’altra, alla fine confessò: era tutta una montatura.

Montatura che forse serviva per far espellere i rivali, Majid Tauati e Naim Chalgoumi, sulla scorta di quanto accaduto ai fratelli del primo, Ayme e Dirar, rispediti in Tunisia dopo il violento scontro tra bande in via Baluardi nell’estate 2020. Nemmeno vennero processati: dopo che il gip non convalidò gli arresti, il questore di allora li fece scortare per l’espulsione.

Fatto sta che il pm Andrea Maggioni ad aprile chiuse le indagini chiedendo il processo per cinque persone: oltre a Omrani anche i due suoi complici Chokri Manai (avvocato Suela Fani) e Monceff Aissa (avvocato Massimo Cipolla), entrambi rinviati ieri a giudizio per calunnia, simulazione di reato e lesioni.

Con loro a processo andranno anche i rivali, Tauati e Chalgoumi (entrambi difesi dall’avvocato Massimo Bissi), accusati di violazione di domicilio in merito a uno dei raid.

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