Bondeno
9 Luglio 2022
E' stata recentemente rilevata da “Hyle Capital Partners” attraverso il fondo “Finance For Food One”: obiettivo è creare un gruppo da 50 milioni di fatturato

Saletti e Bergamini in visita all’azienda Guaresi di Pilastri

di Redazione | 3 min

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Bondeno. Sul territorio ha avuto una certa eco l’ascesa di Hyle Capital Partners nell’acquisizione dell’azienda Guaresi di Pilastri, che ha ricevuto nei giorni scorsi la visita del sindaco di Bondeno, Simone Saletti, e del consigliere regionale Fabio Bergamini, arrivati per sincerarsi del nuovo piano industriale.

“Guaresi” è un marchio che non è azzardato definire storico nell’economia locale, soprattutto nell’anno in cui ricorre il 90° anniversario della sua fondazione. Un gruppo industriale che mosse i primi passi dalle intuizioni di Idalgo Guaresi. Il quale, nel 1932, ideò un macchinario che favoriva la semina, all’epoca quasi interamente manuale. Da lì, l’evoluzione di strumentazioni agricole sempre più complesse. Alcune trainate da trattore, altre semoventi, fino alle più evolute raccoglitrici di pomodori. L’azienda è stata portata avanti dalla famiglia Guaresi per tre generazioni: in particolare da Alberto Guaresi, scomparso nel 2020, per anni timoniere d’azienda assieme ai figli. Da giugno, la famiglia è stata avvicendata alla guida dello stabilimento da un fondo di investimento (Finance For Food One, gestito da Hyle Capital Partners; ndr), interessato al settore dell’Agri-food, come dimostra l’acquisizione di marchi strategici come “Manuzzi” (leader nella produzione di snack a base di frutta secca) e “Contri Spumanti”.

«Il nostro obiettivo è quello di consolidare e innovare la produzione, per creare un portafoglio prodotti che vada a completare il ciclo agronomico della coltivazione degli ortaggi, affini alla coltivazione del pomodoro», spiega il Ceo Massimo Zubelli che, assieme all’ingegner Livio Marchiori, Presidente della società, fa parte del Cda del gruppo che comprende dallo scorso mese anche lo stabilimento Guaresi. «Molte realtà – prosegue Zubelli – seguono progetti di nicchia interessanti, ma che faticano a competere con i grandi player, che investono, nel settore delle macchine agricole, dal 7 al 13% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo. Puntiamo ad associare alcune di queste aziende che operano in nicchie di mercato, in un progetto di crescita e continuità aziendale».

«La nuova proprietà del gruppo – dicono il sindaco Simone Saletti e il consigliere regionale Fabio Bergamini – ci ha fornito buone rassicurazioni sul futuro dello stabilimento di Pilastri e sulle prospettive per rendere appetibile l’azienda, anche per nuovi laureati che escono dall’Università, per innovare e al tempo stesso perseguire nuovi obiettivi. In questo, sono interessanti i percorsi di formazione e training che si stanno definendo».  L’orizzonte temporale, per una prima fase di consolidamento e poi crescita, che la nuova proprietà si è data è di 5-7 anni, durante il quale si punta allo sviluppo, passo dopo passo: nel breve, si vorrebbe arrivare dalle 80 macchine raccoglitrici prodotte, per poi puntare ad un valore di 100, diversificando la produzione anche oltre la coltura del pomodoro. Per fare questo, insieme ad alcune operazioni di “manufacturing” utili ad ottimizzare i processi produttivi, ci sono prospettive di crescita anche a livello di occupazione: «L’obiettivo – prosegue Massimo Zubelli – seguendo il nostro business plan, è quello di arrivare dagli attuali 34 dipendenti a 40. Abbiamo iniziato con la valorizzazione delle competenze interne, la stabilizzazione dei lavoratori “interinali”, ma vogliamo aprirci all’assunzione di alcune figure tecniche: negli ambiti di “fabbrica” e di processo, ingegneri, tecnici per l’area acquisti e commerciale».

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