Politica
4 Settembre 2021
Mantovani (Movimento 5 Stelle): “Un dibattito inficiato da disinformazione e pregiudizi”

Il Reddito di Cittadinanza a Ferrara, l’anno scorso ben 2600 domande

di Redazione | 4 min

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“Grazie perché senza il Reddito di Cittadinanza oggi non saprei di che vivere e perché adesso che sarò seguita ed aiutata nella ricerca di un lavoro credo concretamente nella possibilità di trovarlo”.

“Percepisco ancora il Reddito di Cittadinanza ma è anche logico che sia così, visto il difficile momento attuale. Ho già avuto un primo colloquio con un operatore dell’Asp, che ha provveduto a segnalare il mio nome al Centro per l’Impiego, presso cui mi recherò proprio nella settimana entrante”. “Sento dire una marea di banalità sul Reddito e su chi lo percepisce”. “Ci sarebbe da spiegare ai signori detrattori del Reddito che se ci sono i cosiddetti “furbetti”, come li chiamano, non è colpa di una misura che aiuta milioni di persone in maniera concreta e fondamentale a sbarcare il lunario giorno per giorno”.

Sono dichiarazioni di alcuni cittadini ferraresi che percepiscono il reddito di cittadinanza fatte arrivare a Tommaso Mantovani. Il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle coglie l’occasione per entrare nel dibattito attorno alla misura di sostegno, cavallo di battaglia dei pentastellati. Un dibattito “inficiato da disinformazione e pregiudizi, più adatti al tifo calcistico che all’analisi razionale di un provvedimento a mio avviso epocale per il welfare italiano”.

Secondo Mantovani il Rdc “rappresenta finalmente un concreto passo in avanti verso l’Obiettivo 1 della Agenda globale 2030, sottoscritta nel 2015 da tutti i 193 paesi membri dell’Onu, che prevede la riduzione della percentuale di adulti e bambini a rischio povertà ed esclusione sociale”.

Il consigliere ricorda che il reddito di cittadinanza viene erogato sulla base dell’Isee per una cifra massima di 500 euro, a scalare a seconda del nucleo familiare e del reddito da lavoro percepito nell’anno precedente la richiesta. Per i nuclei familiari costituiti da un solo componente, la media è di 447 euro mensili: “una somma che difficilmente permette di restare ad oziare sul divano, rinunciando ad altre offerte di lavoro”.

Se si vive in una abitazione non di proprietà, si può arrivare ad avere un ulteriore ausilio per il canone d’affitto, previa documentazione, fino ad un massimo di 280 euro. in totale, la media per i nuclei familiari con minori è di 669 euro al mese.

Mantovani ricorda poi che la somma viene caricata su di una tessera che può essere utilizzata solo per spese di prima necessità, “non vengono erogati contanti”.

“Se si considera – riflette il grillino – che per l’Italia Eurostat (in base all’indagine Eu Silc) ha calcolato che la soglia di povertà relativa sia di 858 euro per nucleo familiare, credo che ogni commento su di una ipotetica “vita da nababbi” sia superfluo”.

Nel Comune di Ferrara, nel 2019 i percettori di Rdc erano attorno ai 1300. Le domande effettuate per il 2020 sono 2600. “Credo che difficilmente – aggiunge – si possa discostare tale provvedimento dalle situazioni di maggiore fragilità economica, incrementate dalla pandemia tutt’ora in atto”.

Grazie a contatti con l’Agenzia Regionale per il Lavoro, l’Inps e l’assessorato comunale alle Politiche Sociali, ”abbiamo potuto constatare che la rosa dei percettori ha un delta piuttosto divaricato, includendo persone semplicemente in attesa di occupazione, ma anche persone con disabilità gravi. Infatti, ricordiamo che per queste ultime la pensione di invalidità spesso non va oltre i 200 euro mensili”.

Per il Comune di Ferrara però non risultano ancora operative le assunzioni di navigator, da parte della Regione.

In base al decreto legge, inoltre, i percettori di Rdc avrebbero l’obbligo di prestare servizio per il Comune per un minimo di 8 fino ad un massimo di 16 ore settimanali: questo per evitare di sovrapporsi ad altri lavoratori dipendenti dell’amministrazione comunale. Per questi lavori socialmente utili, si dovrebbero avviare i Puc (Progetti di Utilità Collettiva).

Al momento, in Comune di Ferrara – fa sapere Mantovani – ne sono stati avviati alcuni che coinvolgono 12 beneficiari. “Per il principio di sussidiarietà – afferma il consigliere -, proponiamo che per queste prestazioni unskilled e non durative si possano impiegare anche altre persone in ulteriori Puc, ad esempio nell’ambito della manutenzione del verde (annaffiature delle piante o raccolta degli sfalci), dell’assistenza ad anziani e bambini nell’attraversamento di passaggi pedonali e semafori o della sorveglianza di parchi e monumenti”.

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