Politica
8 Aprile 2021
Rivelati dati personali dopo un intervento della Polizia locale. E “un esponente della Lega” chiama i giornali. La Prefettura smentisce il Comune: nessun verbale

Gola profonda nella Municipale: pubblicato nome di esponente Pd per sanzione Covid (mai avvenuta)

L'immagine pubblicata a corredo del post di Naomo Lodi
di Redazione | 4 min

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Una sanzione mai avvenuta (per il momento) eppure finita sui giornali. Il nome e cognome di un militante di centrosinistra critico nei confronti della giunta leghista di Ferrara viene reso noto in una fase in cui pochissime persone possono saperlo. Un esponente della Lega che chiama una redazione per fare il nome dell’antagonista.

Sono gli ingredienti della vicenda che coinvolge Diego Marescotti, giovane esponente del Pd locale noto alle cronache cittadine per le diatribe a colpi di querele e controquerele contro il vicesindaco con delega alla sicurezza Nicola ‘Naomo’ Lodi.

Succede che la sera di Pasqua, intorno alle 20, Marescotti partecipa colpevolmente a una festa in casa di amici. Sono in cinque, uno in più di quanto consentito dall’ultimo Dpcm.

La musica evidentemente è alta se qualche vicino chiama i vigili. Sul posto, in via Pavone a Ferrara, arriva una pattuglia della Municipale. E qui le versioni divergono in maniera preoccupante.

Ai media arriva la nota stampa dal Comune: “E’ costata cara la festa organizzata la domenica di Pasqua in un appartamento in via Pavone, [con] tre giovani uomini e due ragazze ferraresi, incuranti delle restrizioni Covid […]. La pattuglia intervenuta ha proceduto ad identificare e sanzionare tutti i partecipanti alla serata”.

Il militante del Pd, così come i suoi amici, sostiene invece che a loro non è stato fatto firmare alcun verbale né avanzata alcuna contestazione. Anzi, gli agenti se ne sarebbero andati raccomandando di rientrare prima delle 22 e facendo loro gli auguri di buone feste.

Nel frattempo a giornali locali e nazionali era già arrivata la notizia di un esponente del Pd “moralizzatore” beccato a festeggiare in barba ai divieti anticontagio. Da qui la sanzione. E nome, cognome, foto.

Intanto esce su Facebook un post di Naomo Lodi che stigmatizza l’incoerenza del giovane oppositore: “è facile predicare la legalità assoluta per attaccare politicamente chi non la pensa come te, ma se poi, quando tocca a te, quelle regole non ti garbano, allora dovresti applicare a te stesso lo stesso metro che applichi agli altri”.

Ma se nessun verbale è stato fatto firmare nell’immediatezza dei fatti, come è possibile che ci sia stata una sanzione, che tra l’altro è di competenza del prefetto? E se non c’è stato fino ad allora nemmeno un verbale, come è possibile che la notizia con nome e cognome di Marescotti sia finita sui giornali? Quei dati sono protetti e ‘custode’ è l’amministrazione comunale. Non si tratta infatti né di reato penale né esiste ancora un procedimento amministrativo in atto.

E la Prefettura, contattata dalla redazione di Estense.com, conferma che fino a ieri non aveva ricevuto alcunché.

Estense.com ha rivolto allora queste domande in forma scritta al comandante della Polizia locale Claudio Rimondi “per avere elementi attendibili”.

Intanto in Comune evidentemente qualcuno si è accorto delle ‘stranezze’, tanto che nel pomeriggio arriva una seconda nota, “di precisazione”: “relativamente all’intervento in via Pavone nella serata del 4 aprile […] sono state identificate tutte le persone presenti, come previsto dalle normali procedure adottate in queste circostanze. Dopo le successive e opportune verifiche di rito, ai trasgressori saranno notificati alla propria residenza i relativi verbali di accertata violazione”.

La sanzione quindi sparisce. La nota omette anche di dire che le “normali procedure” prevedono, nel caso in cui un agente accerti una violazione, che si rediga nell’immediatezza dei fatti il verbale e lo si consegni al contestato per dare modo, in alternativa, o di pagare immediatamente in misura ridotta la multa o di contestarla.

Ora i vigili avranno 30 giorni di tempo per trasmetterlo in prefettura, ma dovranno spiegare per quale motivo non c’è stata la verbalizzazione sul posto come previsto dalla legge.

Tocca quindi a Marescotti difendersi via Facebook, parlando di “fatti sconcertanti. Oggi impariamo che a Ferrara i dati personali e tutto ciò che ci riguarda può finire sui giornali sulla base di informazioni che dovrebbero essere tutelate dall’amministrazione che ne è titolare ed essere usate politicamente”.

L’esponente del Pd si chiede come sia possibile che, nonostante non gli sia stata notificata alcuna contravvenzione, un giornale locale (“che attraverso il suo caporedattore mi ha informato che è stato un esponente della Lega a indicare nell’articolo «Diego Marescotti esponente del Pd»), La Verità, Il Tempo, Il Giornale e Libero “abbiano avuto questa notizia che non è ancora uscita (se mai uscirà) da quegli uffici, posto che il diretto interessato per primo non ne è a conoscenza”.

E a Lodi replica che “utilizza nella sua pagina personale informazioni coperte da privacy per denigrare un privato cittadino. Pensavo di vivere in una città dove le regole democratiche fossero ancora vigenti. Ci si può sentire ancora sicuri a relazionarsi con la pubblica amministrazione? Vi prometto che farò di tutto per venire a capo di questa ennesima ed incredibile storia targata Lega Ferrara”.

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