Cronaca
18 Dicembre 2020
Dopo l'incidente probatorio il pm Stefano Longhi ha dettagliato meglio il quadro investigativo: il pusher accusato di violenza sessuale e spaccio continuato

Stuprata perché non poteva pagarsi la droga, chiuse le indagini

di Daniele Oppo | 2 min

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La procura ha chiuso le indagini sullo stupro subito lo scorso 29 luglio in via del Lavoro da una ragazza di 16 anni da parte di un pusher, Elvis Omonghomion.

L’uomo, 26 anni, arrestato dai carabinieri dopo una complessa indagine e ora detenuto nel carcere di Modena, è indagato per violenza sessuale su minore e spaccio continuato di stupefacenti per 3-4 cessioni di cocaina sempre alla sua giovane vittima.

L’incidente probatorio avvenuto il 20 novembre e durante il quale la ragazzina – assistita da uno psicologo – ha raccontato il fatto ha portato il pm Stefano Longhi a dettagliare meglio il quadro investigativo, ma non ha cambiato la sostanza delle contestazioni.

Secondo la prime ricostruzione, l’indagato è stato raggiunto dalla giovane in bici in via del Lavoro, accompagnata da un amico che però è rimasto distante ad attenderla nella zona della stazione. L’intento della 16enne era quello di acquistare da “Bobby” una dose, sperando di poterla prendere ancora a credito come avvenuto in altre occasioni, a partire dalla prima quando Omonghomion regalò la prima dose, attraendo la giovane nel vortice.

Il pusher è andato invece andato su tutte le furie, strappandole il cellulare e costringendola a subire un rapporto sessuale dopo averla trascinata in una zona con folta vegetazione verso l’ex distilleria. La giovane ha raccontato di essere stata minacciata con un coltello, ma di questo non è mai stata trovata traccia.

L’amico che era rimasto ad attenderla, non vedendola arrivare, ha allertato le forze dell’ordine tanto che successivamente, verso le 23, una pattuglia dei Carabinieri, nel transitare in via del Lavoro, ha notato la ragazza che ha attirato l’attenzione dei militari chiedendo aiuto.

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