Codigoro
1 Ottobre 2020
Il progetto in fase di sviluppo è stato presentato dall'architetto Sergio Fortini, l'obiettivo è riattivare energie e potenzialità del territorio del Delta

Prende forma un museo diffuso che lega Codigoro, Goro e Mesola

di Redazione | 2 min

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Codigoro, Goro, Mesola. Un museo diffuso che tenga insieme le eccellenze paesaggistiche e naturalistiche, rendendo fruibili gli edifici dismessi e li inserisca in un circuito museale che abbraccia i territori dei tre Comuni dell’alto Delta ferrarese, Codigoro, Goro e Mesola. È quanto prevede il progetto denominato ‘Mappi’ – acronimo di Museo Ambiente Paesaggio Produzione Innovazione – e ancora in fase di elaborazione, presentato nei locali dell’Oasi Garzaia a Codigoro dall’architetto Sergio Fortini, su invito delle amministrazioni comunali e delle Pro Loco e nell’ambito del IV Festival della Natura.

“Un progetto ambizioso, che si sposa perfettamente con il più ampio denominato ‘Metropoli di paesaggio’, che vede tanti soggetti diversi cooperare per la promozione di un turismo e di una mobilità sostenibili e slow e che a Codigoro ha fruttato un finanziamento di 240 mila euro con i quali si potrà rendere navigabile il nostro fiume, grazie ad un intervento sul Ponte dello Scariolante, in pieno centro abitato”. Così ha introdotto l’incontro il sindaco Alice Zanardi, affiancata per l’occasione anche dal sindaco di Mesola Gianni Padovani.

L’obiettivo condiviso è quello di mettere a sistema boschi, corsi d’acqua, oasi di cui il territorio è particolarmente ricco, luoghi simbolo come la Garzaia, l’ex zuccherificio dismesso di Codigoro, Il Castello e il Boscone di Mesola, l’Abbazia di Pomposa, il faro di Goro e altre infrastrutture che raccontano secoli di storia di luoghi riconosciuti dall’Unesco come vere e proprie eccellenze non solo italiane.

“La valorizzazione del nostro patrimonio ambientale è una carta spendibile in cui crediamo molto come amministrazioni” conferma Zanardi promuovendo quello che al momento è uno studio di fattibilità strategico che avrà bisogno di essere sviluppato da tecnici e amministratori, in sinergia.

“Quello che abbiamo in mente di realizzare non è un museo non come lo intendiamo nell’accezzione classica, ma un museo contemporaneo, in cui i visitatori sono le comunità stesse, fautori di un processo di riattivazione dei territori, del loro tessuto sociale, economico e produttivo” ha invece anticipato il progettista Fortini.

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