Attualità
30 Settembre 2020
Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl convocati in prefettura: "Necessario avere risposte concrete, il tempo delle promesse è terminato"

Aperto lo stato di agitazione per biblioteche e polizia locale

di Redazione | 2 min

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Aperto lo stato di agitazione del personale delle biblioteche e della polizia locale. Un fulmine non così a ciel sereno, considerando che da ormai un anno regna l’incertezza nel sistema bibliotecario ferrarese, aggravata dalle ultime preoccupazioni alla Rodari.

I sindacati di funzione pubblica hanno quindi dichiarato l’apertura dello stato di agitazione e giovedì 1° ottobre sono stati convocati in prefettura.

“Sarà necessario avere risposte concrete, perché il tempo delle promesse è terminato” sanciscono i segretari di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Luca Greco, Sonia Uccellatori e Leonardo Uba che da mesi chiedono di “conoscere il futuro delle biblioteche del Comune di Ferrara, e dopo tante promesse, a seguito anche della raccolta di più di 2000 firme dei cittadini avvenuta lo scorso anno, ad oggi non abbiamo nessuna certezza. L’unico vero dato, ad oggi, è la chiusura per mancanza di personale, di cui la biblioteca Rodari ne è l’ultimo esempio”.

“Dopo il lockdown le biblioteche di Ferrara non hanno riaperto. Ad eccezione della biblioteca Ariostea, trasformata in un “prestitificio”, le altre sono fruibili un giorno a settimana. La Bassani ormai è conosciuta come luogo di rilascio dello Spid, non dei libri” riferiscono i sindacati, segnalando che “questo avviene perché manca il personale. Che il Comune, al di là delle promesse, non assume. Le biblioteche sono luoghi che creano cultura, che costruiscono saperi, chiediamo, semplicemente che tornino a fare quello per cui sono nate e per il valore imprescindibile che hanno per le comunità”.

Un ragionamento simile è stato fatto per il Corpo di Polizia Locale, “vittima più di altri settori della propaganda, fatta di uscite estemporanee e promesse – caserma, abiti, aumento del personale – non mantenute. Da mesi chiediamo di intervenire sulla pianta organica della Corpo. Lo schema fornito dall’amministrazione relativo alle cessazioni evidenzia infatti come il personale sia calato. Il tutto in un quadro nel quale si aggiungono sempre nuove competenze e attività al Corpo”.

“Tutto questo lo fanno anche mal vestiti e mal dotati: siamo ancora in attesa di avere risposta alla richiesta inviata nel luglio del 2019 sulla massa vestiaria e sulle dotazioni – ricordano Greco, Uccellatori e Uba -. Il personale, che durante il lockdown, garantendo l’ordine pubblico, ha controllato che le regole venissero rispettate, si è svegliato con un’amara sorpresa: da maggio l’amministrazione ha deciso di non erogare più proprio l’indennità di ordine pubblico. A corredo di tutto questo, l’amministrazione ha tolto al Corpo, da gennaio 2020, la possibilità di fruire di un istituto contrattuale, le cosiddette “35 ore”, che consentiva di fruire di 4 giorni di riposo in più all’anno”.

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