Politica
7 Luglio 2020
Baraldi: “Un disegno di legge che si attende da 25 anni”. Peruffo vota con l'opposizione

Sull’omofobia un’altra occasione persa

di Redazione | 4 min

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“Le persone omosessuali al momento non rappresentano la categoria più debole”, “un argomento fuori luogo per rispetto ai cittadini che ci pagano il gettone”, “un vuoto normativo che non c’è”.

Sono solo alcune delle affermazioni che si sono ascoltate durante la discussione dell’ordine del giorno, promosso dal Pd, nel quale si chiede al sindaco e alla giunta di esprimere formalmente il proprio sostegno alla legge (ddl Zan, ndr) sull’introduzione di modifiche al codice penale in sostegno al decreto legge contro l’omo-bi-transfobia.

“Un disegno di legge – dice Ilaria Baraldi (Pd) – che si attende da 25 anni” e che, nei piani del legislatore, vuole “andare a colmare una grave carenza che lascia alcuni cittadini privi di una adeguata difesa verso atti che incitano alla violenza contro le persone”. “L’Italia – ricorda sempre Ilaria Baraldi – è l’unico paese tra i fondatori dell’Unione Europea a non avere una legge come questa”.

E se manca una legge come questa il motivo risulta chiaro dal consiglio comunale odierno. La maggioranza vota contro, anche se non in blocco. Paola Peruffo (FI), a distanza di una settimana, si schiera nuovamente con l’opposizione e vota a favore dell’odg promosso dal Partito Democratico. “Porto avanti – dice – quello che mi sento di rappresentare, una voce libera e credo sia nostro compito esprimerci su una decisione per la quale siamo in ritardo”.

Un po’ a sorpresa, e forse in ragione della propria professione di avvocato, si astiene Ciriaco Minichiello (Lega) senza però dare spiegazioni a riguardo.

Un disegno di legge che divide, non solo in parlamento, ma anche a Ferrara e che viene osteggiato dalla Cei e da gruppi anti-lgbt per una presunta “deriva liberticida”. Anche molti consiglieri di maggioranza ferraresi paiono sposare questa linea.

Lo prova a spiegare Catia Pignatti nella dichiarazione di voto con la quale paventa il rischio di introdurre un “reato di opinione”. Alcide Mosso (Lega) si chiede invece se sarà “possibile per un sacerdote spiegare cosa si intende per visione cristiana del matrimonio?”. O ancora: “una persona che gestisce una palestra potrà vietare ai maschi transgender quando un maschio transgender nel proprio intimo profondo si sente donna l’ingresso allo spogliatoio delle donne? Questo senso intimo dovrà risultare dai documenti o potrà essere un giorno si e uno no?”, oppure si chiede “sarà garantito a un genitore decidere per il figlio come affrontare l’attività scolastica sui temi che riguardano l’educazione sessuale?”.

Queste alcune della motivazioni apportate oltre al fatto che, sostiene sempre Mosso, “le persone omosessuali al momento non rappresentano la categoria più debole nella nostra società, hanno finanziamenti e sono rappresentati ad ogni livello”.

Massimiliano Guerzoni (Ferrara Cambia) asserisce invece che “l’ordine del giorno afferma un vuoto normativo che non c’è”. “Un’esame obiettivo delle disposizioni a tutela della persona contenute nell’ordinamento giuridico del nostro paese – prosegue –, fa concludere che esistono già adeguati presidi per punire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio nei confronti di chiunque”. Quindi, sempre secondo Guerzoni, “sarebbe gravemente discriminatorio nei confronti delle persone omosessuali ritenere non applicabili nei loro confronti uno o più di tali disposizioni”.

Provano a fare chiarezza i consiglieri favorevoli all’odg. Tommaso Mantovani (M5S) ricorda che “anche un consesso locale deve avere una visione d’insieme” e che quindi sia luogo per condannare “ogni forma di violenza e discriminazione”.

Prova a mettere un po’ di ordine Dario Maresca (Gente a Modo) facendo riferimento alle discriminazioni già oggetto della Legge Mancino, quelle per motivi etnici o religiosi. “Non mi sembra – spiega – che registriamo nessun caso in cui si sia perseguito qualcuno perché ha affermato, per esempio, che la propria religione sia l’unica vera religione”. Inoltre, si chiede sempre Maresca, se “la legge già tutela, perché c’è l’aggravante per motivo etnico o religioso?”. Il legislatore vuole tutelare “oltre all’atto fisico anche quello morale”.

A fine consiglio, come prevedibile, l’ordine del giorno presentato dal Pd non passa. Le votazioni dicono 16 contrari, 13 favorevoli e un astenuto con una quasi totale assenza della giunta.

Poche e circostanziali parole vengono affidate all’assessore Dorota Kusiak che legge alcune righe per “sottolineare l’importanza della discussione” oltre che assicurare l’impegno dell’amministrazione “per promuovere una cultura del rispetto senza alcuna distinzione”.

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