Cronaca
5 Febbraio 2020
Mirca Lucchesi ed Erik Grisetti devono rispondere di furto in concorso e indebito utilizzo di carte di credito per i colpi a Bondeno e Finale Emilia

Banda del campo nomadi, a processo gli ultimi due complici

di Elisa Fornasini | 3 min

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Il campo nomadi è stato smantellato, ma non il processo per la banda specializzata nei furti in casa che aveva come base operativa proprio il campo di via delle Bonifiche. I vertici sono già stati condannati, ma rimangono aperte due posizioni ‘minori’ nei confronti degli ultimi due membri, Mirca Lucchesi ed Erik Grisetti, che furono gli unici a non essere arrestati durante l’operazione “Bonifica” dei carabinieri e ora dovranno rispondere di furto in concorso e indebito utilizzo di carte di credito.

I fatti contestati risalgono al 15 novembre del 2017, quando la banda mise a segno due furti in abitazione a Bondeno e Finale Emilia. Nel primo raid predatorio del pomeriggio, con sfondamento della parete in muratura per guadagnarsi l’accesso, fu sottratta una fede nuziale in oro, nel secondo entrarono da una finestra per rubare 2mila euro in contanti e due carte di credito, con cui sarebbero stati effettuali prelievi e un pagamento al distributore di benzina in via Canapa.

Con in mano la trascrizione delle intercettazioni, il pm Ciro Alberto Savino cerca di collocare i due imputati sulla scena ma si rivela difficile identificarne gli autori materiali, anche perché il bottino veniva spartito anche tra i membri che non partecipavano ai singoli colpi. Un modus operandi tipico dell’associazione a delinquere, reato già contestato ai fratelli Luca e Luciano Grisetti, considerati i capi della banda.

Il figlio di Luciano, il 21enne Erik soprannominato Derek, viene intercettato proprio il 15 novembre attraverso l’utenza intestata a Luca per accordarsi sul furto dal valore stimato di 600 euro da compiere verso le 17 a Bondeno. A spiegare i vari passaggi – “sono usciti prima perché era un giorno feriale e la gente lavora a quell’ora” – è un carabiniere in servizio al Comando di Ferrara che ha seguito le intercettazioni. In un’altra telefonata, “nel sottofondo si sentono i rumori di mattonelle che cadono, e in effetti hanno sfondato la parete”.

L’auto – una Seat Leon di proprietà di Luca Grisetti, ma guidata dai complici che si allontanavano e tornavano sul posto solo a furto finito – viene immortalata in zona dalle telecamere del Targa System e viene pizzicata qualche ora dopo anche a Santa Bianca di ritorno dal secondo raid compiuto a Finale Emilia.

È qui che sarebbe stata sottratta la carta di credito con cui fare il pieno al distributore, con tanto di avvertimento a Mirka Lucchesi: “Siamo dal benzinaio sbrigati, porta subito tre bidoni così facciamo benzina anche per te”. Anche Erik chiama suo padre, alle 21, con l’invito a venire dal benzinaio di fronte all’Hurly Burly. Ma le taniche non sono state rintracciate.

Il giudice Sandra Lepore ha rinviato l’esame e la discussione al 21 maggio. Per i due imputati, entrambi difesi dall’avvocato Emilio Paolo Rogari del foro di Bologna, si profilano buoni margini di assoluzione per l’incerto nesso causale.

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