Nove condanne con pene dai sette anni e mezzo a quasi due anni per i membri della banda specializzata nei furti in casa che aveva la base operativa nel campo nomadi di via delle Bonifiche, sgominata dai Carabinieri nel giugno dello scorso anno.
Su di loro pendevano, a vario titolo, 38 capi d’imputazione per associazione a delinquere, furto, ricettazione, riciclaggio e utilizzo indebito di carte bancomat.
Il gup Danilo Russo, pur riducendo leggermente le pene richieste dal pm Ciro Alberto Savino, ha condannato in abbreviato per associazione a delinquere i fratelli Luca e Luciano Grisetti – vertici della banda – rispettivamente a 7 anni e 5 mesi e 5 anni e 8 mesi di reclusione. Sono arrivati 7 anni e 4 mesi anche per Mario Suffré, che aveva il compito di vendere la refurtiva ai compro oro; 5 anni e 10 mesi per Nico Lucchesi. Gli autisti della banda Ronny Ornato e Ivano di Rocco sono stati condannati rispettivamente a 5 anni e 2 mesi e 3 anni e 8 mesi. Tutti, tranne di Rocco messo ai domiciliari, sconteranno la pena in carcere.
Manuel Suffré, uomo del riciclaggio, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi.
Hanno invece patteggiato Claudio Ungarelli (riciclaggio di computer e ricettazione) e Daniela Mikic (ricettazione), per loro pene a 1 anno e 10 mesi e 10 mesi.
Rinvio a giudizio, infine, per l’altra donna del gruppo, Mirka Lucchesi e per Erik Grisetti, che furono gli unici a non essere arrestati.
L’indagine è nata nel settembre del 2017 e sostanzialmente si è conclusa nel giro di pochi mesi, ma è servito del tempo ai Carabinieri per riuscire a mettere insieme tutti i pezzi e poter trovare il momento migliore per operare gli arresti in contemporanea, evitando così probabili fughe.
La banda è stata considerata autrice di almeno 24 furti in abitazione, oltre che di attività di ricettazione, riciclaggio e utilizzo indebito di carte bancomat. Colpiva soprattutto in abitazioni isolate, molto spesso abitate da anziani, poste in zone rurali della provincia di Ferrara e in alcuni casi del modenese, agendo nelle prime ore serali, approfittando del buio e del fatto che le abitazioni fossero temporaneamente incustodite per motivi di lavoro o esigenze familiari. I raid predatori compiuti sono tutti accomunati dall’aver avuto come punto di partenza e di ritorno sempre il campo nomadi di via delle Bonifiche.
Le indagini hanno permesso di appurare che il canale di ricettazione dei preziosi era un compro oro di Occhiobello, dove durante un controllo vennero trovati e sequestrati alcuni preziosi d’oro e un orologio (del valore di 300 euro circa) venduti dagli indagati e risultati provento di alcuni furti in abitazione.
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