Occhiobello
26 Luglio 2019
Riscontrate quantità di CC6O4 oltre i limiti di rilevabilità nell’acqua proveniente da Hera: "All'Ausl l'ultima parola"

Perfluoroalchilici (Pfas) nell’acqua potabile della rete idrica. Parla l’assessore di Occhiobello

di Redazione | 2 min

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Santa Maria Maddalena. Spetta all’azienda sanitaria dire se l’acqua destinata agli abitanti di Santa Maria Maddalena è idonea o meno al consumo umano.  Questo, in estrema sintesi, l’intervento dell’assessore alle Politiche ambientali del Comune di Occhiobello Enrico Leccese, che ricorda come l’acqua utilizzata per usi domestici e potabile nel Comune di Occhiobello viene gestita dalla azienda partecipata “Acquevenete” e proviene da due fonti differenti.

La prima è quella della centrale sita in via Malcantone nello stesso Comune e la seconda, quella proveniente dal potabilizzatore di Pontelagoscuro gestito da Hera di Ferrara. “A seguito dei recenti comunicati relativi al riscontro di CC6O4 oltre i limiti di rilevabilità nell’acqua proveniente da Hera – prosegue Leccese -, si precisa che l’area del comune di Occhiobello maggiormente interessata da questa fornitura è individuata nella zona orientale di Santa Maria Maddalena ovvero, quella più prossima alla statale 16”.

L’impossibilità di definire rigorosamente limiti geografici precisi sarebbe dovuta “al fatto che la rete acquedottistica dell’intero comprensorio è unica e non sezionata, per cui le due fonti risultano tra loro interconnesse. Le portate dei due punti di approvvigionamento sono variabili e dipendono dalla domanda che la popolazione effettua nelle differenti zone del territorio e nelle diverse fasce orarie della giornata”.

L’assessore puntualizza, inoltre, che le norme di riferimento per la qualità delle acque destinate al consumo umano in Italia, sono i decreti n. 31/2001 e 27/2002 attuativi della direttiva europea 98/83/CE. Questi decreti prevedono che su tali acque vengano eseguiti una serie di controlli analitici chimici, fisici e microbiologici dal gestore del servizio idrico integrato (Acquevenete), dall’Azienda Sanitaria locale e dall’Arpa regionale.

“Il giudizio di idoneità dell’acqua – conclude – destinata al consumo umano spetta, in definitiva, all’Azienda Sanitaria Locale territorialmente competente sulla base dei dati raccolti e sulle indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità”.

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