Politica
24 Luglio 2019
Sette comuni (fra cui Ferrara) si astengono e Lagosanto contraria. Cgil, Cisl e Uil: "Il peso dei favorevoli non esprime la maggioranza"

Ctss, i bilanci diventano un giallo. Fabbri: “Approvati”. I sindacati: “Non è vero”

di Redazione | 3 min

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di Simone Pesci

La Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria che doveva sancire l’approvazione dei bilanci delle aziende sanitarie locali in realtà spacca in due la Provincia.

Tredici comuni decidono di votare a favore, Lagosanto si dichiara contrario – “non condividiamo le scelte strategiche prese in passato, e i bilanci odierni contengono in buona parte il proseguo del passato” dice il sindaco Cristian Bertarelli – mentre sette comuni scelgono di non scegliere e la Provincia non siede nemmeno al tavolo.

Se per quanto riguarda Ferrara, Alan Fabbri aveva già dichiarato che si sarebbe astenuto “non essendo stato presente durante il periodo di elaborazione e valutazione”, hanno seguito il capoluogo Argenta, Copparo, Fiscaglia, Mesola, Codigoro e Jolanda di Savoia. Qualche primo cittadino cerca di alimentare il dibattito, con il sindaco lagunare Marco Fabbri che chiede “la necessità di rivedere il meccanismo di dimissioni protette”, ma dopo una discussione durata pochissimo, il presidente della Ctts Alan Fabbri dichiara quindi “l’approvazione dei bilanci” e scioglie la seduta.

I sindacati, tuttavia, sono di tutt’altro avviso, con il segretario generale della Cgil di Ferrara Cristiano Zagatti che sibila un “non è stato approvato”. Questione di matematica guardando il peso dei voti dei singoli sindaci stabilito dal regolamento della Conferenza. Tenendo conto delle quote ponderali dei singoli comuni, solo Ferrara pesa per 14 punti su 60, e il rischio, insomma, è che con tutte le astensioni “il peso dei voti favorevoli non esprime la maggioranza dei consensi di questa provincia: se io fossi nei due direttori generali consegnerei la fiducia del mio mandato a questa Conferenza” afferma uno sdegnato Zagatti, che si dice “preoccupatissimo”.

“Non abbiamo visto un minimo di discussione, non capiamo l’astensione dopo 15 giorni” prosegue il segretario di piazza Verdi, affiancato da Bruna Barberis (segretaria Cisl) e Massimo Zanirato (segretario Uil). “La presentazione dei bilanci di due settimane fa mostrava la fotografia di due province differenti, tematica ce non è stata sufficiente ad alimentare il dibattito oggi” riferisce Zagatti, che si sofferma principalmente su un aspetto: “La Ctts ha obbligo di gestire le risorse in termini di uguaglianza nella distribuzione sui tre distretti, per garantire omogeneità di trattamento. A pagina 51 e 52 della relazione dell’Ausl, però, si sancisce la disuguaglianza dei cittadini”.

Nel documento di bilancio preventivo, infatti, si legge che le cosiddette ‘dimissioni difficili’ – imputabili ai livelli assistenziali fino ad un massimo di 60 giorni a carico del Servizio Sanitario Nazionale – nella provincia estense non “trovano spazio nel distretto Centro-Nord e nel Sud-Est, mentre nel distretto Ovest sono garantite fino a giugno”. In sostanza, secondo i sindacati, nel territorio provinciale non è garantita l’uguaglianza dei servizi ed inoltre si agisce diversamente da quanto stabilito dal Ssn.

Cgil, Cisl e Uil la settimana scorsa avevano inviato una missiva a tutti i primi cittadini chiedendo di porre attenzione proprio a questa questione, e le non decisioni dei sette sindaci non hanno fatto altro che irritare le organizzazioni. “L’astensione fa sì che al momento non ci si vuole prendere delle responsabilità” taglia corto Bruna Barberis, mentre Massimo Zanirato si fa pungente: “Perché uno si deve astenere e fino a quando? Fino a quando non avrà qualcosa in cambio. In questo luogo si fanno delle scelte: astenersi significa non esercitare il proprio mandato”.

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