
Paolo Calvano
Se a Ferrara il neosindaco leghista Alan Fabbri si mostra vicino alle istanze della comunità Lgbt, non altrettanto fa il suo partito in Regione, dove fino a poche settimane fa era il capogruppo. A evidenziare le contraddizioni è Paolo Calvano, segretario regionale del Pd.
“Ho letto oggi lo scambio di dichiarazioni tra il Sindaco di Ferrara Alan Fabbri e il Comitato “Carlo Magno” e alcune domande sorgono spontanee. Parto dalla decisione di Fabbri e del suo vicesindaco Nicola Lodi di incontrare, non appena eletti, la comunità Lgbt e di partecipare al Gay Pride. Un fatto certamente e decisamente nuovo, soprattutto alla luce di come Lodi aveva apostrofato nel 2017 questa comunità (macedonia, scriveva in un cartello, ndr) – scrive Calvano -. Prendo atto quindi della loro folgorazione sulla via di Damasco. Ora però, se la Lega è coerente, attendo un’altra folgorazione”.
Il riferimento è è alla legge contro le discriminazione e le violenze determinate in ragione dell’orientamento sessuale approvata la settimana scorsa in commissione. “In quella discussione – ricorda il segretario dem – la Lega ha dato completamente sponda a Fratelli d’Italia, facendo ostruzionismo per bloccare la legge. Un ostruzionismo che ha contemplato oltre 300 emendamenti di FdI, in uno dei quali in sostanza addirittura si accomuna l’omosessualità alla pedofilia, alla necrofilia e alla zoofilia. La Lega in commissione non solo non ha preso le distanze, ma si è messa al fianco di Fratelli d’Italia per ostacolare la legge. Quindi ora, alla luce delle parole di Alan Fabbri, che è anche capogruppo uscente della Lega in consiglio regionale, mi chiedo: la Lega cambierà il proprio atteggiamento in aula? Smetterà di dare sponda all’oscurantismo più bieco? Si farà carico di spiegare che dal “medioevo il mondo è andato avanti”? Alla prossima settimana l’ardua sentenza”, conclude Calvano.
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