Politica
4 Giugno 2019
Il candidato dem incalzato davanti ai lavoratori del pubblico impiego: "La sfida sarà lavorare sui servizi educativi e sulla gestione diversa dei servizi socio-sanitari"

Modonesi a confronto coi sindacati, Fabbri diserta l’assemblea

di Redazione | 3 min

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Il confronto fra Alan Fabbri e Aldo Modonesi, caldeggiato dai sindacati del pubblico impiego, non c’è stato. Nonostante gli inviti, il candidato del centrodestra ha deciso di non presentarsi all’assemblea dei lavoratori organizzata di mattina presso una stipata sala di Factory Grisù. Così è stato il solo Modonesi a rispondere alle questioni avanzate dagli esponenti di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa e Uil Fpl.

Un’occasione di più, per l’alfiere del centrosinistra, per ripetere le proprie idee in vista della giornata campale di domenica 9 giugno. Il primo interrogativo posto dai sindacati riguarda i servizi culturali ed educativi, temi che secondo l’aspirante primo cittadino rappresentano “un’eccellenza di Ferrara, che nasce dal percorso fatto con le persone che lavorano all’interno dei servizi, cresciuti nella qualità e nella quantità dell’offerta”.

Modonesi ammette che quel modello “non siamo stati capaci di venderlo all’esterno con altrettanta freschezza”, ma la strada è segnata, e un’eventuale amministrazione dem proseguirebbe in quella direzione: “L’intenzione è aprire nuove sezioni delle scuole per l’infanzia. L’offerta culturale va espansa, perché la cultura, in qualsiasi luogo si faccia, è uno di quei elementi che ci deve aiutare a mantenere alto il livello di integrazione e a calare le tensioni. E poi più servizi con un percorso di valorizzazione del pubblico, e stabilizzazione delle figure su cui in questi anni si è investito”.

Dal punto di vista delle relazioni sindacali, Modonesi promette di “fare di più e migliorare” il confronto, anche se “partiamo da un livello molto alto”. L’idea è quella di appoggiare le battaglie del sindacato “mantenendo il confronto con lo Stato”, aggiunge. In questo ambito, il dem lancia anche l’assessore con delega al personale, e sottolinea il ruolo della pubblica amministrazione che “deve garantire formazione e riconoscimento economico”.

Quando si parla di case famiglia, Modonesi è tranciante: “Occorre fare pressing in Regione, le cui linee guida sono troppo bande e generiche. Bisogna trasformarle in atti normativi che mettono in maniera molto chiara paletti e responsabilità”. Il sindaco di Ferrara, invece, dovrebbe “svolgere un ruolo centrale e di guida” all’interno della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria, dove bisogna portare a termine “il percorso di integrazione delle due aziende sanitarie perché penso possa portare a valorizzare le figure professionali, le strutture e la crescita dei servizi, iniziando a dare risposte sulla riduzione del liste di attesa e della mobilità passiva”.

Al contempo, si ha la necessità “di sbattere i pugni sul tavolo in regione per proseguire con il rafforzamento del ruolo delle Case della Salute”. Fondamentale sarà “strutturare in maniera sempre più integrata i servizi”, compresa l’Asp: “E’ la sfida che abbiamo nei prossimi 10 anni. Lavorare sui servizi educativi, e sulla gestione diversa dei servizi socio-sanitari. E’ il vero punto delle politiche di prospettiva dell’amministrazione”. 

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