Politica
3 Maggio 2019
Ora si attendono i decreti attuativi e la conversione da parte del Parlamento

Carife. In vigore il decreto “crescita” con le norme per i rimborsi

di Redazione | 2 min

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È in vigore dal 1° maggio il decreto “crescita” che contiene anche la norma sugli indennizzi per i risparmiatori azzerati di Carife e delle altre banche poste in risoluzione o fallite tra 2015 e 2016.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha infatti firmato il decreto che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 30 aprile.  Scattano così i 60 giorni per la conversione del testo in legge ordinaria da parte del Parlamento, pena la sua decadenza.

Oltre alla conversione, serviranno dei decreti attuativi per conoscere con precisione le modalità di accesso al Fondo per l’indennizzo dei risparmiatori (il cosiddetto Fir, che verrà dotato di 1,5 miliardi di euro e il cui costo di funzionamento in tre anni è previsto fino a 12,5 milioni di euro), che avverrà tramite domanda che dovrà essere presentata entro 180 giorni da quando sarà materialmente possibile farlo.

Il decreto, che va a modificare anche la legge di Bilancio, prevede all’articolo 36 quello che era stato anticipato nelle scorse settimane, ovvero il doppio binario di accesso al Fondo per l’ottenimento dell’indennizzo, fissato fino al 30% del valore di acquisto delle azioni per gli azionisti e fino all’95% del valore di acquisto dei bond azzerati per gli obbligazionisti con un limite massimo di 100mila euro per risparmiatore. Somme da intendersi al netto di quelle già incassate tramite altre modalità di rimborso.

Rimborsi automatici. Il primo binario è quello cosiddetto automatico (ma sempre previa domanda) che potrà essere attivato dai risparmiatori, sia azionisti che obbligazionisti, che al 31 dicembre del 2018 possedevano uno di questi requisiti: 1) patrimonio mobiliare di valore inferiore a 100mila euro (che con l’ok dell’Ue potrà essere elevato fino a 200mila euro); 2) un reddito complessivo ai fini Irpef inferiore a 35mila euro. Secondo il Governo il 90% dei risparmiatori interessati possiede questi requisiti.

Arbitrato semplificato. Chi non li ha dovrà invece far ricorso al secondo binario, che prevede l’accesso al fondo tramite una sorta di arbitrato semplificato: una speciale commissione tecnica composta da nove “saggi” dovrà vagliare ciascuna domanda, ma potrà farlo anche sulla base di una “tipizzazione” delle “violazioni massive”, in modo da rendere molto meno gravoso l’onere della prova in capo a ciascun risparmiatore.

“È un risultato grandissimo che avremo modo di commentare in un’assemblea che convocheremo a breve – commentano gli Amici della Carife -. Questo decreto arriva dopo tanti anni di lunghe battaglie”.

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