Venerdì 19 aprile si è svolto un sit-in di Fratelli d’Italia di fronte all’ospedale di Cona per invocare “misure urgenti a tutela degli utenti che si rivolgono al Pronto Soccorso e sono costretti ad attese interminabili per ricevere le cure necessarie”.

Erano presenti insieme ai militanti il senatore Alberto Balboni e il capolista di Fratelli d’Italia per il consiglio comunale, Alessandro Balboni. Un flash mob che, come spiegato in una lunga nota della dirigenza del Sant’Anna, è servito solo a creare “allarmismo ingiustificato“.

Non è dello stesso avviso Balboni junior: “Dai dati del numero di pubblica utilità 1500, servizio che raccoglie le segnalazioni dei cittadini riguardo i disservizi del nostro sistema sanitario, risulta che il Pronto Soccorso di Ferrara sia secondo solo a quello di Bologna per numero di lamentele subite a causa della lentezza delle code”.

“Un dato che dovrebbe far riflettere e che dà forza alla nostra proposta – commenta il consigliere FdI -: è necessario potenziale la Cittadella della Salute nel centrale ex Sant’Anna. Facendo ciò ne gioverebbero gli anziani e i pazienti con limitata mobilità, potendo questi arrivarvi con più facilità, e ivi si dirotterebbero gli utenti che si rivolgono al Pronto Soccorso per problematiche più lievi, accorciando così le code all’ospedale di Cona”.

Al grido di “l’ospedale ai malati, non ai senzatetto”, per Balboni “deve anche finire l’utilizzo, sempre più frequente, delle ambulanze del 118 come taxi da parte di numerosi sbandati che si fanno regolarmente trasportare al Pronto Soccorso, a spesa del bilancio pubblico, soltanto per esservi ricoverati e fruire dell’ospitalità per la notte, salvo allontanarsi con le proprie gambe ed in piena salute la mattina successiva. Per questo è necessaria l’introduzione di una vigilanza armata a presidio continuo del Pronto Soccorso. È infatti inaccettabile che lo stesso Pronto Soccorso sia usato come un albergo da tanti senzatetto, spesso ubriachi o in escandescenze, sia per tutelare la sicurezza dei pazienti che dei medici e di tutti gli operatori sanitari, oltre che per mantenere il decoro del luogo”.