Politica
25 Marzo 2019
Il dem: "Lavoriamo su piste dove bisogna fare di più". Il leghista: "La volontà è amministrare per 10 anni. Con 1,6 miliardi di euro faremo di tutto per garantire i rimborsi"

Modonesi contro Fabbri, il primo round si gioca fra azzerati e idee per la città

di Redazione | 3 min

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Il primo dei tanti faccia a faccia. Aldo Modonesi e Alan Fabbri, due dei principali candidati sindaci di Ferrara, si sono confrontati per la prima volta, fianco a fianco, domenica mattina, in occasione della cerimonia dell’Accademia dei Maestri Artigiani. Nel tempo che gli è stato concesso, i due hanno affrontato le principali questioni sulle quali mettere mano, e non si sono di certo risparmiati alcune punzecchiature.

Il primo a prendere parola è Aldo Modonesi, che sciorina quattro piste di lavoro “sulle quali abbiamo già lavorato, ma che penso ci sia necessità di fare di più”. A partire da fiscalità e incentivi, dove bisogna lavorare di più anche se, è la prima stoccata del candidato del centrosinistra all’avversario facendo leva sul suo passato, i dati “dicono che le imprese nel Comune di Ferrara iniziano a lavorare in maniera migliore, in altri luoghi in provincia non è così, Bondeno compreso”.

Imprescindibile punto di partenza, per l’attuale assessore ai Lavori pubblici e alla Mobilità, è il “Patto per il lavoro”, al quale bisogna continuare a dare forza “traducendo in azioni cose che si sono condivise”. Quella questione sta dentro il secondo punto, che nelle idee di Modonesi serve a rendere la città più attrattiva “dicendo sì alla Cispadana, e alle infrastrutture che collegano la città ai centri nevralgici della Regione”, insieme a una “burocrazia più snella, banda larga e al rinsaldare il rapporto con Unife: una volta laureati gli studenti, almeno una parte, dobbiamo radicarli a Ferrara”.

E ancora, valorizzare il turismo, i servizi, e la sicurezza, che per il dem significa “più telecamere, creare un rapporto ancora più solido con gli imprenditori che decidono investire per la sicurezza, e un premio per le imprese che mettono il tema come uno dei primi capisaldi per i loro operai”.

Infine, Modonesi affronta la questione Carife: “Il decreto di cui si parla da febbraio va sbloccato. Il sindaco, innanzitutto, deve sostenere i cittadini e, a prescindere da chi c’è al governo, deve fare come Tiziano Tagliani, quando ha detto che le cose non andavano. Vanno sbloccati i rimborsi per gli azionisti, e Bper, se vuole continuare a essere la banca centrale del territorio, deve fare di più. Non si può limitare a chiudere filiali, e nella riorganizzazione aziendale un centro direzionale Bper deve rimanere a Ferrara”.

La palla passa ad Alan Fabbri: “Aldo ha detto temi che condivido, ma serve una visione di Ferrara diversa rispetto a quello fatto fino a oggi. Vero, da un lato c’è una città attiva con eccellenze imprenditoriali importanti, ma dall’altro c’è un’amministrazione assente per promuoverla dal punto di vista regionale e nazionale”.

Fabbri conviene sui temi elencati da Modonesi, ma guarda già all’orizzonte dichiarando che “affronteremo con umiltà il cambio di consegne, la nostra volontà è amministrare per i prossimi dieci anni”. Una vera e propria dichiarazione d’intenti, come quella di “pensare alle aziende ferraresi per prime in tema di appalti, per poter dare lavoro e mantenere soldi su questo territorio, così come sull’assegnazione di case popolari e welfare”.

“Non ci chiuderemo all’interno dei palazzi politici” afferma Fabbri un attimo prima di parlare di Carife: “Tagliani ha giocato tutto quello che poteva giocare sul tavolo politico, ma non l’ho visto fare da altri esponenti politici. E’ insensato, oggi, rivendicare battaglie del 2015 ma faremo di tutto, attraverso lo stanziamento di 1,6 miliardi di euro, per garantire i rimborsi”. 

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