Cronaca
11 Febbraio 2019
Malumore tra gli ex azionisti: difficile ottenere rimborsi consistenti dai soli Lenzi e Forin. "Ed è scandaloso il risarcimento riconosciuto a Consob"

Carife, la delusione degli azzerati: “Dimenticate le colpe degli organi di controllo”

di Ruggero Veronese | 4 min

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“Oggi lo stato di diritto ha perso. Hanno assolto tutti quelli che avrebbero davvero potuto pagare i risarcimenti, come la società di revisione Deloitte. Se tutta la colpa finisce sulle spalle di due persone fisiche, vuol dire che a noi e alle altre 2.700 parti civili che si sono costituite arriveranno le briciole”. Sono parole nette e molto dure quelle Milena Zaggia e di decine di altri risparmiatori azzerati presenti in tribunale a pochi minuti dalla sentenza del processo Carife, concluso con nove assoluzioni e due condanne (all’ex presidente del cda della banca Sergio Lenzi e al direttore generale Daniele Forin) per falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza.

Un esito che per certi versi era uno degli scenari più temuti dai risparmiatori: il tribunale di Ferrara ha infatti escluso da ogni responsabilità gli enti di controllo come la società di revisione dei conti inglese Deloitte, oltre a disporre risarcimenti in sede civile anche per Consob che si era costituita parte civile al processo. Avvalorando così una lettura dei fatti opposta a quella data da molti risparmiatori Carife (e in particolare dalle loro due principali associazioni a Ferrara: Risparmiatori Azzerati), che da anni puntano il dito soprattutto contro enti di controllo come Consob e Bankitalia sostenendo che esiste un problema ‘di sistema’ nel mondo bancario italiano che va ben oltre le operazioni e le colpe dei singoli cda.

“Se così non fosse – afferma Milena Zaggia fuori dall’aula del tribunale – allora Carife non sarebbe passata attraverso anni di ispezioni di Bankitalia e di commissariamento per poi finire così. La mia impressione è che in questo processo sia stato guardato solo a un singolo step di tutta la vicenda, quello finale. Certo, un po’ di giustizia c’è stata viste le condanne a Lenzi e Forin che si sono comportati un po’ come imprenditori allo sbaraglio durante la loro gestione, ma dobbiamo considerare che i problemi di Carife nascono da molto prima e non mi pare che sia stata data molta attenzione a quello che gli organi di vigilanza potevano fare per evitare il crac della banca. Sono stati puniti quelli che hanno lasciato la stanza in disordine, ma non quelli che lo avevano iniziato o che potevano scongiurarlo”.

Considerazioni analoghe a quelle di circa una trentina di risparmiatori che hanno assistito alla lettura del dispositivo della sentenza, che si dicono soddisfatti per aver ottenuto almeno una “leva legale” per poter legittimare le proprie richieste di risarcimento in sede civile o attraverso il fondo istituito dal governo (in attesa del decreto attuativo), ma allo stesso tempo escono dal tribunale delusi dalla “ricostruzione storica del crac” emersa dalla sentenza. Ora molti guardano con trepidazione – e alcuni con un po’ di scetticismo – all’inchiesta ‘bis’ aperta dalla magistratura, che dovrà ricostruire quanto avvenuto in Carife negli anni precedenti alla gestione Lenzi. “Aspettiamo l’esito di quell’inchiesta – afferma Katia Furegatti -, in particolare dopo questa decisione dei giudici che ci ha lasciato con l’amaro in bocca. È una sentenza che probabilmente darà più soddisfazione agli avvocati che ai risparmiatori che assistono, visto che i risarcimenti di Lenzi e Forin probabilmente basteranno appena a pagare le spese legali. E vedere la Consob tra i beneficiari dei risarcimenti (per il tribunale è vittima di ostacolo alla vigilanza, ndr) è qualcosa di scandaloso, perché nel frattempo ci sono migliaia di azzerati che non hanno ricevuto niente e continueranno a non ricevere niente”.

Tra molti azzerati circola più o meno esplicitamente lo stesso timore: quello di essere diventati proprio malgrado il terreno di scontro di una battaglia istituzionale e di finire vittime di uno ‘scaricabarile’ reciproco tra politica e magistratura. “Siamo in mezzo a un gioco di rimbalzo – afferma Furegatti -: queste sentenze pur dandoci legittimità non ci consentono di recuperare niente, mentre a Roma non sembrano voler rispettare le promesse. Pochi giorni fa Di Maio e Salvinisono tornati a promettere i rimborsi ai risparmiatori delle banche popolari, ma si ricordino che Ferrara e la Carife hanno inciso molto alle ultime elezioni politiche e ora devono mantenere le loro promesse. Non ci interessano gli scontri e gli scambi di accuse tra la Lega e il Pd, mi rivolgo a tutti i politici che rappresentano Ferrara: i risparmiatori azzerati devono avere giustizia”. Mentre Furegatti parla, un’altra risparmiatrice esce dall’aula del tribunale e si sfoga: “Posso dire una cosa anch’io? La Carife è vista come una banca di serie B. Quand’è che se ne parla a livello nazionale? Sabato ho visto che c’erano Di Maio e Salvini in Veneto a parlare coi risparmiatori delle banche popolari: devono smetterla di fare campagna elettorale e iniziare a rispettare chi li ha votati”.

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