Le cosiddette “dimissioni difficili” dalle strutture sanitarie della provincia di Ferrara, cioè quelle disposte per i pazienti, spesso anziani e con uno stato di salute precario, che, dopo un ricovero ospedaliero, non possono essere assistiti a casa in modo adeguato, sono al centro di un’interrogazione presentata da Alan Fabbri (Ln).
“Il paziente, di solito, – spiega il consigliere – viene trasferito in una casa di cura con posti letto convenzionati per lungo degenti già stabilizzati; una volta cessate le esigenze strettamente sanitarie e quando il rientro al domicilio non è possibile, la struttura convenzionata avvia una nuova procedura di dimissione con trasferimento in una residenza sanitaria assistenziale (Rsa) o in una casa protetta”.
“Fino al 31 ottobre scorso – ricorda il capogruppo – al paziente era garantito un periodo di un mese in permanenza gratuita in Rsa o a tariffa agevolata in casa protetta, con la prospettiva di avere accesso al contributo regionale di “sollievo” per l’azzeramento o la riduzione temporanea della retta. Dal 1° novembre, però, – riporta il leghista – a Ferrara e provincia non verrà più concessa l’agevolazione e il paziente dovrà farsi carico di qualsiasi costo già al momento delle dimissioni dalla struttura sanitaria”. Questo, rimarca l’esponente del Carroccio, perché l’Ausl di Ferrara avrebbe esaurito i fondi per le “dimissioni difficili” in alcuni distretti sanitari. Ulteriore problema – segnala Fabbri – riguarda il rifiuto, da parte delle strutture sanitarie, di accettare la comunicazione, tramite telegramma, dell’impossibilità di familiari o congiunti di assistere a casa un paziente in via di dimissione, segnalazione che consente di bloccarla o ritardarla.
Di qui l’iniziativa di Fabbri, che chiede alla Giunta regionale “quali siano i motivi dell’esaurimento dei fondi per le ‘dimissioni difficili’ in alcuni distretti sanitari da parte dell’Ausl di Ferrara e se sia questa la ragione della sospensione del contributo regionale di ‘sollievo’ per l’azzeramento o la riduzione temporanea della retta; inoltre, quali siano i motivi per cui le strutture sanitarie ferraresi si rifiuterebbero di accettare la comunicazione via telegramma di impossibilità di garantire assistenza a casa di pazienti in fase di dimissione; ancora, quali iniziative urgenti si intendano adottare per far fronte alle difficoltà delle famiglie ferraresi con anziani non autosufficienti e i cui disagi sono ulteriormente aumentati a partire dal 1° novembre; infine, se si intenda ripristinare il contributo regionale di ‘sollievo’ e con quali tempistiche si intendano adottare i provvedimenti necessari a risolvere i disagi riportati”.
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