di Giuseppe Malatesta

Jolanda di Savoia. “Da oltre un anno e mezzo i verbali delle sedute consiliari, con relative trascrizioni per la loro approvazione, non sono più stati presentati”. A denunciare l’anomalia è Elisabetta Pezzoli, capogruppo di minoranza in consiglio, che non può fare a meno di notare come questa situazione abbia avuto origine con la seduta straordinaria del 16 febbraio 2017 – ottenuta dopo un sollecito dell’allora prefetto Tortora per discutere dell’iter procedurale relativo agli interventi di riqualificazione dell’area esterna del plesso scolastico Chendi.

Una storia tormentata quella dell’asilo Don Chendi e del rifacimento del giardino esterno, che contrappose duramente maggioranza e opposizione sulle tempistiche e sullo stato di avanzamento dei lavori stessi. Pezzoli ravvisa dunque un collegamento, riflettendo sulla coincidenza e ricordando in ogni caso che “esiste un regolamento comunale che stabilisce precisi adempimenti sulla verbalizzazione delle sedute”.

Ulteriore collegamento rintraccia la consigliera tra i procedimenti in corso della Guardia di Finanza di Ferrara relativi a persone denunciate per aver adottato procedure irregolari per un appalto da 62mila euro (di cui le fiamme gialle hanno dato conto in un recente incontro con la stampa estense) e la “curiosa corrispondenza di tale importo con la scheda Anac relativa all’appalto jolandino per il Don Chendi”.

Coincidenza? Per la cronaca, nel 2015 i lavori in questione furono avviati ancor prima dell’approvazione del progetto esecutivo. Ne seguì uno scontro tra la minoranza e il dirigente comunale e responsabile dei lavori Francesco Alberti, consiglio che il sindaco Elisa Trombin liquidò come ‘chiacchierata informale’ senza ritenere di approfondire la questione.

A giustificazione di tutto si tirò in ballo l’urgenza dettata da problemi di sicurezza del plesso scolastico. L’inizio dei lavori, affidati all’unica ditta partecipante, venne firmato il 28 settembre. Si conclusero due mesi dopo, ma le foto scattate al cantiere il 23 settembre e inviate poi all’Anticorruzione dimostravano il già avanzato stato dei lavori, una distesa di cemento e non il vecchio prato, come sosteneva il dirigente.

(articolo modificato dopo la pubblicazione iniziale con la correzione dei virgolettati impropriamente attribuiti alla dott.ssa Elisabetta Pezzoli)