Attualità
6 Maggio 2018
La Cgil commenta la sentenza favorevole all'ex dg: “Sconfortante assenza di conseguenze per chi ha detenuto le responsabilità apicali”

Carife. “L’assoluzione di Murolo produce effetti nefasti per la fiducia nel sistema bancario”

di Redazione | 3 min

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“Naturalmente non entriamo nel merito della sentenza e delle sue motivazioni, se e quando verranno rese note. Riteniamo sia nostro dovere, tuttavia, considerare come tale sentenza, a prescindere dalle ragioni giuridiche specifiche che ne stanno alla base, produca un effetto nefasto sulla fiducia dei cittadini nel sistema bancario; fiducia già messa a dura prova, specie nel nostro territorio”. Così la Fisac Cgil e il segretario generale Cristiano Zagatti commentano l’assoluzione ottenuta da Gennaro Murolo, ex dg di Carife nel periodo 1999-2009, nel processo davanti al Tribunale delle imprese per i  presunti danni alla banca derivati dall’operazione Siano.

I giudici hanno rigettato la richiesta di risarcimento da 10 milioni di presentata da Nuova Carife, con contestuale revoca del sequestro preventivo che era stato attuato ai danni dell’ex dg.

“Non possiamo non rilevare come il dissesto del principale istituto di credito locale abbia prodotto, da un lato, conseguenze tragiche nei portafogli di tantissimi risparmiatori ed imprese, con danni a cascata sull’intero sistema economico e sulla tenuta sociale del territorio; e conseguenze drammatiche sulla vita di tanti dipendenti (molte donne con figli tra essi) indotti a licenziarsi o costretti a cambiare radicalmente prospettive di vita e di lavoro. Dall’altro lato, a fronte di questo danno, subito da chi nessuna responsabilità porta per il dissesto, assistiamo (almeno fino ad oggi) ad una sconfortante assenza di conseguenze per chi ha detenuto le responsabilità apicali, durante gli anni in cui le operazioni che hanno contribuito a determinare l’inglorioso epilogo della storia di Carife sono state concepite e deliberate”, affermano dalla Cgil.

Per il sindacato è “gravissimo” anche “il messaggio che passa all’interno, tra gli ‘addetti ai lavori’. Con quale autorevolezza si insegnerà ai tecnici del credito, presenti e futuri, l’importanza del concetto di “frazionamento del rischio”, quando sembra passare come acqua fresca la scelta degli allora vertici di finanziare singole posizioni impiegando liquidità pari a circa un terzo del patrimonio della banca?”

E, pur affermando la propria distanza dall’idea “che attraverso il giustizialismo si possano guarire ferite sociali che non sono rimarginabili”, Fisac e segretaria generale ritengono che “esiste tuttavia un sentimento di elementare giustizia, intesa come rapporto necessario tra poteri e responsabilità, che viene ulteriormente vulnerato nel momento in cui si spezza questo rapporto. Ci auguriamo che le funzioni preposte alla valutazione di certe condotte, nei vari procedimenti ancora in corso, improntino la loro azione a rigore ma anche a massima celerità, ad evitare esiti inverecondi come quelli che potrebbero derivare dalle prescrizioni”.

Per la Cgil è necessario lo sviluppo di “una prassi aziendale che adotti il bilancio sociale d’impresa come strumento fondamentale per coniugare attività imprenditoriale e responsabilità sociale”, mentre Zagatti sottolinea l’urgenza di “una riforma nazionale del sistema del credito, che coinvolga tutti gli attori, compresi gli organi di controllo ed ispezione, attualmente non indipendenti dall’influenza dei principali colossi del mercato”.

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