Tresignana
21 Aprile 2018
Per i sostenitori del sì ci saranno “più servizi coi fondi”. Per i contrari “si cancella l'identità”

A Tresigallo il confronto sulla fusione con Formignana

di Redazione | 3 min

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Un confronto, tra gli esponenti del sì e del no, che si potrebbe riassumere come uno scontro tra politica e amministrazione davanti a un’ottantina di partecipanti arrivati sia dai comuni coinvolti che da altre parti del territorio: per il sì infatti hanno esposto le loro ragioni Andrea Brancaleoni, Laura Perelli, e Sabina Mucchi — sindaci rispettivamente di Tresigallo, Formignana e Fiscaglia —, mentre per il no hanno esposto i loro punti Simone Rimondi, consigliere comunale di Valsamoggia, e due rappresentanti del comitato ‘No Fusione’, Vincenzo Musella e Roberto Malavolta.

“Io sono fermamente convinto che dovremmo fare questa fusione per mille motivi”, ha esordito il sindaco di Tresigallo in apertura di serata, che poi ha spiegato di non vedere, in due comuni ‘sani e che non hanno mai avuto problemi di finanza’, “cosa ci possa portare dire no a questa fusione, con Tresigallo e Formignana che sono già due comuni molto vicini sia territorialmente che amministrativamente: siamo dotato di quattro posizioni organizzative delle quali tre che lo sono anche nel comune di Formignana e la quarta che andremo a condividere entro luglio, tutti i servizi del Comune sono già condivisi”. “Non si possono fare politiche se non ci sono i fondi”, ha poi proseguito Brancaleoni, mentre “avendo dei fondi sicuri grazie alla fusione sicuramente si potrebbero fare molte cose”. Discorso ripreso anche dalla sindaca di Formignana Perelli che ritiene che “la forma migliore per portare avanti questo percorso è il coinvolgimento della popolazione, con alcuni portatori d’interesse già ascoltati durante lo studio di fattibilità di un percorso che avrebbe un impatto importante sulla cittadinanza”, mentre la sindaca di Fiscaglia, primo comune fuso della provincia, Sabina Mucchi ha riprotato al sua testimonianza di servizi aggiuntivi erogati grazie ai fondi derivanti dalla fusione.

“Non è vero che verremmo commissariati senza la fusione, c’è una sentenza del Tar in questo senso che dice che non sono più obbligatorie, e siamo convinti che sarebbe inutile e dannosa per il territorio”, è invece una delle posizioni del no espressa da Musella che poi spiega che, “siamo stati obbligati a creare questo comitato perché sia la maggioranza che l’opposizione sono a favore della fusione”. “Questo non è un percorso dal quale si può tornare indietro”, ammonisce ancora il comitato portando a sostegno della propria tesi anche le fusioni mancate di alcuni territori del bolognese e la media degli abitanti per comune nell’unione europea, “e se è vero che arriveranno altri fondi è vero che ci saranno ulteriori spese derivanti dalla fusione stessa” mentre la Costituzione “promuove le autonomie locali. Il rischio è quello di cancellare e perdere per sempre le identità di questi territori”. “Non si vede alcun tipo di vantaggio per le comunità, nello studio di fattibilità non è stato fatto altro che sommare i bilanci delle due amministrazioni”, ha concluso il comitato.

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