Eventi e cultura
19 Marzo 2018
L’Orchestra rimasta 'orfana' trova casa al teatro Comunale. Tagliani: "Lo dobbiamo a Claudio Abbado" 

Ferrara dà il benvenuto ai giovani musicisti europei dell’Euyo

di Redazione | 2 min

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Più di cento giovani talenti da tutta Europa arricchiranno il repertorio musicale del territorio estense grazie al progetto di residenza triennale con Ferrara Musica, che lunedì mattina ha riempito il Teatro Comunale Claudio Abbado in un caloroso e affiatato saluto ai ragazzi della European Union Youth Orchestra.

“A great and wonderful team”, come li definisce il direttore esecutivo Marshall Marcus, tutti tra i 18 e i 24 anni, selezionati tra i 28 paesi previsti dal bando che periodicamente l’orchestra pubblica. “Si tratta di una permanenza periodica – spiega il vicedirettore artistico Dario Favretti – che li vedrà nella nostra città circa 2 o 3 settimane sempre in questo periodo dell’anno fino al 2020, durante la quale prepareranno concerti che proporranno in tour europei, e che eseguiranno qui in prima assoluta”.

Il primo appuntamento sarà il 30 marzo – alle 20.30 – presso il Teatro Comunale, ma il contributo al territorio non si fermerà qui, perché “già a partire da domani – prosegue Favretti – prenderanno il via diverse attività con le realtà territoriali, dal Conservatorio al Teatro Ferrara Off, dalle associazioni musicali al jazz club”.

I ragazzi prenderanno poi anche parte alla stagione concertistica di fine estate, grazie ad un’altra residenza formativa vicino a Vienna, che li avvicina ad incrementare ulteriormente la collaborazione con la città estense anche in altri periodi dell’anno. Un valore aggiunto ancora ‘in progress’, i cui dettagli si definiranno proprio in questa prima permanenza, che vedrà la giovanissima orchestra in città fino al 31 marzo.

“Un investimento non solo artistico ma anche di immagine” secondo il sindaco Tagliani, che vede in questo progetto “una risposta parziale al debito di conoscenza nei confronti della famiglia Abbado, che ha sempre investito tantissimo sui giovani. Mi sembra naturale che Ferrara faccia altrettanto con il Teatro che porta il suo nome, non lasciando l’orchestra giovanile europea orfana di una casa”.

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