Politica
24 Febbraio 2018
Dagli studenti il racconto di stage improduttivi nell'ambito dell'alternanza scuola-lavoro

Liberi e Uguali: “Cancellare la Buona Scuola”

di Redazione | 4 min

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Si sono incontrati venerdì sera al centro sociale di Barco gli attori principali del mondo della scuola e una rappresentanza di Liberi e Uguali, la formazione di sinistra guidata da Pietro Grasso, per fare il punto in vista delle elezioni sulla situazione dell’istruzione — e degli edifici nei quali viene esercitata — dopo le riforme dei governi precedenti che “hanno distrutto quanto di buono c’era e che veniva da una storia, e anche da una lotta negli anni ’70”.

Al tavolo dei relatori erano seduti la candidata al Senato del partito Eulalia Grillo, lei stessa docente di violino alle scuole medie, ed Elly Schlein, europarlamentare di Possibile — una delle forze che compongono Liberi e Uguali. Tra il pubblico, una trentina di persone, però figuaravano non solo i possibili elettori, ma anche studenti, insegnanti e sindacalisti.

“LeU propone di abrogare la legge 107 – esordisce Grillo riferendosi alla normativa della Buona Scuola di Renzi -, anche perché ogni governo che è arrivato ha riformato il settore non ha mai cancellato le leggi precedenti, e questa inoltre si pone in continuità con il centrodestra che l’ha addirittura applaudita”.

“All’uguaglianza – continua poi collegandosi con i valori fondamentali a cui aspira la formazione politica -, si deve cominciare ad essere educati dalla scuola: noi vogliamo una scuola gratuita dalla culla all’università, una lotta alla dispersione scolastica che ha dati preoccupantissimi e restituire il tempo alla scuola, tolto dalla sperimentazione del liceo breve e dall’alternanza scuola-lavoro”.

È proprio sull’alternanza scuola-lavoro che viene incentrato il discorso: per la Grillo c’è un problema di accoglimento da parte del tessuto imprenditoriale, foriera di disparità tra i diversi territori italiani, e le ore sarebbero troppe per essere conciliate con la richiesta di velocizzazione dello studio prevista dalle ultime riforme. Non per questo andrebbe buttato via il bambino con l’acqua sporca però: “Gli studenti non hanno chiesto di cancellarla ma di farla meglio”. Poi c’è il capitolo investimenti: “Spendiamo ogni anno il 3% del Pil per la scuola, ma si dovrebe arrivare almeno al 6 con investimenti strutturali, non sottoforma di bonus. Le risorse ci sono: diamo 500milioni l’anno alle scuole paritarie, che non dovrebbero pesare sul bilancio dello Stato”. “Dobbiamo tornare”, conclude Grillo, “a una scuola dove si collabora, con un preside al posto di un dirigente e che si relazioni con la società che non è in contrasto con essa”.

Schlein si dedica a un discorso che, partendo dalla scuola, tocca tutti i temi sui quali il mondo si confronterà nei prossimi anni, dal cambiamento climatico all’automazione: “Per questo la scuola va messa al primo posto, perché da lì passa il futuro. Incontriamo troppi ragazzi che non credono in futuro, ma bisogna invertire il paradigma secondo il quale in Italia non si hanno possibilità, ma siamo tornati indietro di un secolo: non ci può essere merito senza uguaglianza delle condizioni di partenza”. “Si parla tantissimo di immigrazione – aggiunge – ma mai di emigrazione, con 280mila persone l’anno che se ne vanno da questo Paese perché non vedono un futuro. L’emigrazione non è un problema a patto che non sia una forzatura, ma siamo un Paese che ha milioni di persone che non si riescono a permettere le cure mediche e si sentono insicure perché stanno male. Su questo lo sfruttamento del tema dell’immigrazione è una potentissima arma di distrazione di massa”.

Sull’alternanza scuola-lavoro a parlare verso la conclusione del dibattito è Arianna, studentessa del quinto anno del liceo Ariosto e rappresentante dell’Unione degli Studenti. I problemi li fa emergere raccontando le storie dei suoi amici e compagni di corso: “A un ragazzo è stato proposto di affiancare un professore all’università di Padova, ma ha dovuto spendere 450 euro per il vitto e l’alloggio a carico suo –  dice – , mentre a una mia amica hanno proposto uno stage estivo al teatro Comunale di Ferrara. Sperava di incontrare alcuni sceneggiatori e capire come funziona la macchina teatrale dalla preparazione alla messa in scena di uno spettacolo, in realtà è rimasta chiusa in una stanza a catalogare tutti gli spettacoli archiviati dagli anni ’60 in poi. In tutto questo gli studenti in difficoltà non sanno a chi rivolgersi e non hanno gli strumenti per difendersi da un’alternanza improduttiva”.

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