Attualità
27 Gennaio 2018
Il punto su rischi e benefici per sé e per gli altri dello 'svapo'

Le sigarette elettroniche sono utili per smettere di fumare?

di Redazione | 6 min

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Il medico Michele Franchi, specialista in Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, fa un resoconto di quello che sappiamo finora delle sigarette elettroniche, dai benefici per chi ha intenzione di smettere di fumare ai rischi comunque presenti.

Cosa sono e cosa contengono le sigarette elettroniche?

Con il nome di sigaretta elettronica (spesso abbreviata in e-cig, dall’inglese) si intende un dispositivo che permette di inalare vapore che raggiunge l’apparato respiratorio senza combustione del tabacco e i danni ad essa correlati. Le e-cig contengono una quantità variabile di nicotina, racchiusa nelle apposite cartucce insieme ad una miscela chimica composta da acqua, glicole propilenico, glicerolo ed altre sostanze (solitamente aromatizzanti).
Le singole cartucce contengono, in genere, tra 6 e 24 mg di nicotina. Alcuni modelli possono esserne privi e rilasciare solo un vapore aromatizzato.
Durante l’espirazione, il vapore, grazie alla presenza del glicole propilenico (PEG), simula la sensazione visiva che si ottiene fumando le sigarette tradizionali.

Le sigarette elettroniche sono realmente utili per smettere di fumare?

Le sigarette elettroniche sono spesso pubblicizzate come prodotti sostitutivi ed alternativi al tabacco o come dispositivi per smettere di fumare ed oggi una larghissima parte degli utilizzatori, tra il 96% e il 98%, sono ex fumatori.

Ma funzionano davvero? Uno delle più importanti valutazioni in tal senso, condotta da alcuni studiosi italiani tra cui il Prof. Lamberto Manzoli dell’Università di Ferrara, sta seguendo negli anni alcuni fumatori di sigarette “tradizionali” ed elettroniche, arrivando ad interessanti conclusioni: l’aggiunta della sigaretta elettronica alle sigarette tradizionali non sembra facilitare la cessazione dal fumo di tabacco né la riduzione delle sigarette fumate quotidianamente. Tuttavia, chi ha già smesso di fumare e sceglie di utilizzare esclusivamente e-cig, ha maggiori possibilità di non ritornare alle sigarette tradizionali. Le sigarette elettroniche possono quindi essere utili per non ricadere nel vizio del fumo ma funzionano poco se utilizzate continuando a fumare sigarette tradizionali.

La sigaretta elettronica fa male?

E’ stato da tempo ipotizzato che il vapore della sigaretta elettronica faccia decisamente meno danni della sigaretta con tabacco, dei sigari e della pipa, poiché non vengono immessi nelle vie respiratorie catrame ed altri gas tossici contenuti nella classica sigaretta. Nonostante le evidenze scientifiche di lungo termine su questo punto non siano ancora disponibili (perché occorrono molti anni per valutare i potenziali effetti cancerogeni di un prodotto), vi sono diversi dati che supportano questa ipotesi di “riduzione del danno”: ad esempio, uno studio del 2017, pubblicato su Annals of Internal Medicine, ha confermato che, abbandonando la sigaretta tradizionale a favore di quella elettronica, a distanza di soli sei mesi è possibile ottenere una drastica riduzione delle sostanze cancerogene presenti nell’organismo.

Ovviamente occorre fare una distinzione tra sigaretta elettronica con nicotina e sigaretta elettronica senza. La nicotina, infatti, fa male indipendentemente venga inalata attraverso il fumo tradizionale o le e-cig: favorisce infatti il diabete, l’ipertensione, ha un’azione pro-tumorale, pro-infiammatoria, tossica a livello cutaneo e gastro-intestinale. Studi mostrano inoltre come non vi siano sostanziali differenze nei meccanismi di dipendenza che si instaurano nei confronti di questa sostanza variando le modalità con cui essa è assunta.

La sigaretta elettronica senza nicotina, tuttavia, potrebbe essere davvero poco dannosa. In un recente studio dell’Università di Catania si è osservato che, dopo 4 anni di esposizione regolare a sigarette elettroniche senza nicotina, non vi sono stati danni rilevabili a carico delle vie aeree e dei polmoni, e non si sono rilevati cambiamenti nella funzionalità polmonare o nei marcatori dell’infiammazione delle vie aeree.

Detto ciò, vi sono anche elementi meno rassicuranti: uno studio pubblicato nell’Aprile 2017, analizzando i campioni in vendita negli Stati Uniti, ha mostrato la presenza di oltre 7.000 diversi composti aromatizzanti nelle sigarette elettroniche. Tali composti hanno caratteristiche biochimiche molto variabili e andrebbero analizzati singolarmente. Non è quindi possibile dire a priori se ciascuno di essi possa determinare tossicità nel polmone o altrove.

Sempre negli USA la Food and Drug Administration ha analizzato gli ingredienti di un piccolo campione di cartucce di due marchi leader di sigarette elettroniche. In un campione, le analisi hanno rilevato glicole dietilenico, una sostanza chimica tossica per gli esseri umani, utilizzata solitamente come additivo per i liquidi antigelo.
In molti altri campioni, le analisi hanno rilevato sostanze cancerogene, tra cui nitrosammine e formaldeide. Infine, le analisi hanno rilevato nicotina in alcune cartucce dichiarate esenti dalla sostanza.

In Italia sono state intercettate partite di ricariche per sigarette elettroniche contenenti benzene. Recentemente anche residui di metalli pesanti sono stati rilevati in campioni di liquidi di ricarica per sigarette elettroniche. Cromo, arsenico, cadmio, piombo e altri metalli pesanti, tossici o cancerogeni, sono stati rilevati in sei liquidi per sigarette elettroniche che il settimanale “il Salvagente” ha fatto analizzare dal dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli. Ovviamente, in questi casi è essenziale capire le quantità rilevate, perché ad esempio l’arsenico, in tracce, è presente anche nell’acqua potabile.

In ogni caso, appaiono necessarie strette regolamentazioni e sorveglianze sui processi produttivi, unitamente all’uso di sostanze chimiche e materiali più sicuri per la salute del consumatore. Nel frattempo è buona regola diffidare dai prodotti più economici ed evitare di approvvigionarsi di sigarette elettroniche e ricariche tramite canali a rischio (mercatini, siti internet ecc.).

In sintesi, anche se alcune prove sperimentali sono promettenti e suggeriscono che i dispositivi privi di nicotina potrebbero essere sufficientemente sicuri e la sigaretta elettronica sia un ottimo rimedio per non riprendere a fumare, questa non dovrebbe essere usata a cuor leggero, soprattutto dai non fumatori di sigarette tradizionali.

E il “fumo” passivo? Quali sono i rischi per i bambini?

Le sigarette elettroniche non producono fumo, pertanto è chiaro che i ben documentati effetti dell’esposizione passiva al fumo di sigaretta in questo caso non dovrebbero verificarsi. L’esposizione di soggetti non fumatori al vapore delle sigarette elettroniche ha destato comunque qualche preoccupazione, ma gli studi di laboratorio indicano che l’uso della e-cig in ambienti chiusi espone gli altri a una quantità di nicotina pari a circa un settimo/ un decimo di quella generata da una sigaretta, e a poco altro. È quindi presumibile che i rischi per la salute generati dall’esposizione al vapore passivo siano estremamente bassi.

In attesa di avere dati definitivi, sarebbe comunque buona abitudine evitare il più possibile di esporre gli altri, ed in particolare i bambini, alle esalazioni della sigaretta elettronica.

Un pericolo da non sottovalutare viene invece dall’ ingestione accidentale del liquido contenuto nelle cartucce: solo nel 2013 sono stati oltre 1.300 i casi negli USA di avvelenamento da nicotina liquida, fra cui si sono registrati oltre 300 casi gravi ed un decesso. Fra le principali vittime ci sono bambini di età inferiore a 4 anni, che spesso per sbaglio si trovano ad ingerire queste sostanze, a volte anche in grande quantità, dai dispositivi di ricarica. E’importante quindi per i genitori non sottovalutare il pericolo derivante dal lasciare in giro per casa questi liquidi.

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