Politica
14 Novembre 2017
Domani le firme finali per la cessione di palazzo Giulio d'Este. Tagliani: “Destiniamo entrate maggiori per strade e scuole, ma serve cambiamento da Roma”

La Provincia vende la sede della prefettura e incassa due milioni in più

di Redazione | 3 min

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Mancano solo le firme finali per la vendita di palazzo Giulio d’Este, sede della prefettura, da parte della Provincia di Ferrara che, così, avrà a disposizione i soldi per chiudere il bilancio.

Martedì mattina il dirigente tecnico sarà a Roma per chiudere la pratica con la quale l’amministrazione che ha sede in Castello Estense incassa sette milioni di euro da Invimit (la società di gestione risparmio del ministero dell’Economia e delle Finanze), mentre l’immobile continuerà a essere sede della prefettura di Ferrara anche dopo il cambio di proprietà.

Un’operazione che porta nelle casse della Provincia 2,3 milioni in più rispetto all’iniziale valutazione immobiliare di 4,7 milioni e che ha consentito la chiusura in equilibrio del proprio bilancio preventivo 2017, approvato nella seduta consiliare lo scorso 19 luglio.

Motivo principale del rialzo del prezzo è dovuto ai lavori di rispristino sismico seguiti dalla Provincia, che nel frattempo ha terminato le procedure di gara e ha proceduto all’affidamento del cantiere, partito in questi giorni.

Un intervento di miglioramento e messa in sicurezza con un investimento di 1,8 milioni, interamente finanziati con i fondi post terremoto 2012.

La Provincia di Ferrara era proprietaria di Palazzo Giulio d’Este dal 1982, quando acquistò l’immobile dall’Inps per 800 milioni di lire.

“In questi anni – commenta il presidente Tiziano Tagliani – con varie operazioni abbiamo portato nelle casse della Provincia quasi 14 milioni di euro, indispensabili per gli equilibri di bilancio e per trovare risorse per la manutenzione di scuole e strade”. Il riferimento è alla vendita del palazzo della Questura che l’anno scorso ha fruttato cinque milioni e alla distribuzione straordinaria ai soci proprietari delle riserve accumulate da Ami, che nel 2015 ha portato a un incasso di 1,8 milioni.

“Entrate – prosegue il presidente – che sono servite innanzitutto a tenere faticosamente in equilibrio i bilanci, per compensare i tagli delle leggi finanziarie, oltre a pagare mutui, stipendi e bollette delle scuole, e quindi non sufficienti a far fronte alle esigenze di manutenzione straordinaria per esempio di una rete stradale di 850 chilometri, né di quella ordinaria, cominciando dalla segnaletica orizzontale e verticale”.

“Deve però essere chiaro a tutti – puntualizza poi Tagliani – che se da Roma non s’inverte in modo strutturale il quadro finanziario delle Province, i problemi sono destinati ad aumentare, perché i salti mortali che singolarmente stiamo compiendo in questi anni da soli non bastano a risolverli”.

“Tenendo presente questo punto fermo – insiste – dei 2,3 milioni in più dalla vendita di Palazzo Giulio d’Este, 1,3 milioni abbiamo deciso di destinarli alla manutenzione straordinaria delle strade – asfalti, guard rail, ponti e potature alberi pericolosi – e un milione per la messa a norma e manutenzione straordinaria degli edifici scolastici. Perciò – conclude il presidente – al di là delle polemiche e delle critiche che ci vengono mosse, questo è il quadro nel quale stiamo operando e al quale stiamo cercando di rispondere con tutti i limiti e difficoltà della situazione”.

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