Attualità
24 Agosto 2017
La proposta di un attivista Arcigay. Più dura la Cooperativa Esercenti Stabilimenti Balneari: "Anche il padrone che non raccoglie le deiezioni viene richiamato"

Omofobia ai lidi, la provocazione: “Facciamone un bagno lgbt”

di Elisa Fornasini | 3 min

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“E se lo facessimo diventare il primo bagno lgbt dei lidi?”. Una domanda provocatoria e volutamente ironica per stemperare la polemica su “un giorno di ordinaria omofobia” vissuto da Manuela Macario, presidente di Arcigay Ferrara, redarguita in uno stabilimento balneare di Lido di Spina per aver tenuto presunti “comportamenti inopportuni” in spiaggia insieme alle amiche.

La provocazione, che intende trasformare il bagno dei lidi in una località gay-friendly, viene posta sui social da Alessandro Carion, attivista ferrarese di Arcigay, che ottiene diversi commenti a favore della proposta (“piantiamo la bandiera arcobaleno come gli astronauti fecero sulla luna” suggerisce un suo amico facebookiano) e anche qualche critica da parte di chi, invece, vorrebbe boicottare lo stabilimento balneare.

Toni più duri arrivano da Marco Magnani, presidente della Cooperativa Esercenti Stabilimenti Balneari del Lido Estensi e Lido Spina, che invece di condannare il possibile attacco omofobo preferisce paragonare l’episodio a quanto accade con cani e bambini.

“Il titolare dello stabilimento balneare, il bagnino, di norma se alcuni clienti lamentano atteggiamenti o comportamenti scorretti (che possono essere di qualsiasi ordine o natura) lo fa presente al cliente interessato così come è avvenuto in questo caso, la stessa Macario racconta di essere stata chiamata in disparte – riferisce Magnani -. E’ chiaro che il giudizio non è del bagnino ma solo una presa d’atto di una lamentela, così come capita centinaia di volte per qualsiasi motivo“.

Qualche esempio? “Il padrone poco educato del cane che non raccoglie le deiezioni e magari se richiamato urla che non amiamo gli animali; il genitore del neonato che fa andare il bambino in piscina senza pannolino contenitivo e allora non amiamo i bambini… E di esempi così potremmo farne fino a notte”. Peccato che un atto di discriminazione non dovrebbe mai diventare un esempio, ma un’azione da disapprovare.

Il Partito Comunista Italiano di Ferrara, invece, si unisce al coro di coloro che condannano l’atto discriminatorio subito da Manuela Macario esprimendole la massima solidarietà. “E’ inquietante constatare che anche la società ferrarese – dichiara Claudio Piva – che, a livello di enunciazioni sembrerebbe accogliente e tollerante si stia tristemente imbarbarendo mostrando sembianze razziste, omofobe, fasciste“.

“Le persone che si amano non devono essere costrette a reprimere le proprie manifestazioni di affetto per non urtare la suscettibilità dei ‘benpensanti’ – ribadisce Piva -. Ognuno deve essere libero di esprimere i propri sentimenti sempre e dovunque. Se ciò causa in qualcuno dei turbamenti, questo non è obbligato a fare da spettatore, può pacatamente e democraticamente andarsene altrove”.

Parole di vicinanza apprezzate dalla stessa Macario. “È da martedì (quando è stata pubblicata la notizia da Estense.com, ndr) che ricevo parole di solidarietà e di stima. Tanti amici che mi hanno scritto pubblicamente e tanti in privato. Persone a me vicine e altre che non vedo da anni. Vorrei dire a tutti che è proprio vero che l’unione fa la forza, perché mi avete fatto svanire quella rabbia e quel senso di umiliazione che mi hanno accompagnato fino a quando non ho deciso di rendere pubblica questa vicenda. Grazie, perché se una cosa è certa di questa storia, siamo noi dalla parte del giusto“.

Una ‘parte’ scolpita anche su pietra. Tra i tanti messaggi di solidarietà alla Macario è giunto anche quello culturale della guida turistica ‎Alessandro Gulinati che, in una foto delle lesene di palazzo dei Diamanti, mostra i “comportamenti scorretti” tenuti dalle due donne raffigurate che si tengono per mano.

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