Politica
24 Luglio 2017
"Bene dismettere le partecipazioni pubbliche ma con un piano ben determinato nei modi e, soprattutto, nei tempi"

Conflitto d’interessi, la terza via di Fersini

di Redazione | 2 min

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Per Fersini “Marattin ha ragione quando pone il problema del conflitto d’interesse: il Comune è contemporaneamente affidatario di un servizio e azionista di un’impresa che fornisce quel servizio”. Ma ritiene comunque “comprensibili le argomentazioni del sindaco Tagliani laddove si preoccupa del rapporto tra ricavi della dismissione e dividendi incassati in meno”.

E così Fersini propone una sorta di “terza via”, da affrontare “secondo il motto latino ‘festina lente’ che significa ‘affrettati lentamente'”. “E’, infatti, urgente – dice – dismettere le partecipazioni pubbliche ma con un piano ben determinato nei modi e, soprattutto, nei tempi”.

Apprezzabile per Fersini che ci si stia accingendo ad alienare Amsef “e lo stesso ragionamento andrebbe fatto, secondo noi, anche per Afm-Farmacie Comunali”. “Parallelamente alla progressiva dismissione delle società partecipate, però – propone – si deve operare un’ulteriore arretramento del pubblico in quei settori dove è ancora troppo presente: penso, in particolare, ai servizi educativi e per l’infanzia ma anche al settore sociale. Non perché, superficialmente, privato sia bello e pubblico sia brutto ma perché, onestamente, oggi non ci possiamo più permettere la presenza pubblica di un tempo. Con quest’operazione, invece, ci sarebbero meno spese fisse a carico del Comune e la riduzione dei dividendi dovuta alla dismissione delle partecipazioni pubbliche potrebbe essere maggiormente sostenibile”.

“La dismissione delle partecipazioni azionarie del Comune – prosegue – deve essere attuata progressivamente ma costantemente partendo dai servizi cimiteriali, dai parcheggi, dalle farmacie (servizi che possono e devono essere svolti dal privato) per poi arrivare alla vendita delle azioni Hera così da poter affidare i servizi all’impresa più efficiente nel mercato e non necessariamente all’impresa che, così propri dividendi, contribuisce al bilancio comunale”.

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