Terre del Reno
14 Luglio 2017
Esperti a confronto sulla causa del collasso della capannone

Crolli Tecopress, sentiti i consulenti

di Redazione | 2 min

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Dosso. Un’udienza fiume interamente dedicata ai consulenti tecnici quella di giovedì mattina nel processo per i crolli verificatisi alla Tecopress durante il sisma del maggio 2012.

Da una parte l’ingegner Claudio Comastri, teste principale dell’accusa sostenuta dal pm Ciro Alberto Savino, che sostiene come nel capannone dell’azienda di Dosso dovesse essere effettuato un collegamento tra la trave il pilastro portante della struttura. Accorgimento previsto dalla legge e che avrebbe forse potuto evitare il crollo rovinoso del capannone, a causa del quale morì  l’operaio Gerardo Cesaro.

Dall’altra i consulenti della difesa che hanno invece evidenziato come la normativa allora vigente non prevedesse tale operazione per le strutture costruite prima del 2008, a meno che non venisse effettuata una modifica strutturale, cosa che non è stata compiuta alla Tecopress.

Imputati per omicidio colposo dovuto alla presunta violazione delle normative per la sicurezza sul lavoro sono l’ingegnere Modesto Cavicchi (difeso dall’avvocato Irene Costantino) e i due progettisti e direttori dei lavori, Dario Gagliandi (avvocato Dario Gallina) e Antonio Proni (avvocati Massimo Bissi e Giancarlo Bozzi), che si occuparono rispettivamente delle fondamenta e del capannone; il legale rappresentate dell’azienda, Enzo Dondi (avvocati Andrea Marzola, Claudio Piccaglia e Riccardo Caniato), e la responsabile della sicurezza Elena Parmeggiani (avvocato Caniato). La Tecopress si è costituita in giudizio come responsabile civile, chiamata in causa dalle parti civili, moglie e figli di Cesaro.

Nella prossima udienza, fissata per settembre, verranno sentiti i testimoni chiamati dalla parte civile.

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