Eventi e cultura
9 Marzo 2017
Esposta fino al 22 marzo la collezione di ritratti femminili presso gli esercizi commerciali della via

I volti che celano la violenza si mostrano in via San Romano

di Redazione | 3 min

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Si è trasformata in una vera e propria galleria d’arte via San Romano, che fino al 22 marzo ospiterà “Ora meglio, grazie”, la collezione di ritratti femminili ad opera di Piermaria Romani. Grazie al coinvolgimento da parte della curatrice Cristina Mazza, esercente al 91sanromano, le 15 opere sono esposte in 13 esercizi commerciali della via: oltre al suddetto locale, i quadri si possono ammirare dietro le vetrine di John Verlato, Solinda Pelle, Spazio Zero by Renèe, Zazie, Peperosa, Storie di Tè e Caffè, Kimso, Black Cat, Boma Store, 3 Store, Equivalenza e Mari Corsetteria.

I soggetti, prima ancora del tema, sono uniti da un filo ben preciso: si tratta infatti di donne, e precisamente dei loro volti, ognuno dei quali racconta una storia, un vissuto, quasi sempre intriso di violenza. Una violenza che però è stata superata, e che l’autore ha voluto suggellare con un ritratto di ‘adesso’. Ciascun ritratto è affiancato dal nome della donna, ognuna delle quali ha conosciuto e si è raccontata all’artista, indice di una volontà dei soggetti di essere ‘mostrati’.

“Io raccolgo storie da 27 anni – racconta Piermaria – e da sempre chiedo tre cose: il giorno più brutto, il giorno più bello, e che cosa si desidererebbe. In poche parole, la gioia, il dolore e la speranza, raccontati attraverso il quotidiano. La mia arte racconta l’odierno attraverso i volti di chi l’ha vissuto. E’ incredibile cosa il quotidiano delle persone possa rivelare: una ragazza, Wiorika, ha lasciato la famiglia appena nata, è stata sei anni senza vedere sua figlia, ne ha passate di ogni, e adesso grazie al cielo è felice, abita sopra casa mia con la sua famiglia. Un’altra ragazza che ho conosciuto, dopo diversi giorni di allenamento, è scappata a nuoto dalla Romania alla Germania”.

Una collezione di donne “che ce l’hanno fatta”, quindi, tutte vittime di molestie, rapimenti, discriminazioni, emigrazioni; una vittoria degna di essere messa in mostra, che non a caso inaugura il giorno dedicato alla donna. A concludere l’inaugurazione, una riffa finale, in cui i partecipanti hanno ricevuto un contrassegno per concorrere alla vincita di uno dei ‘paesaggi numerati’ dell’artista, in prima distribuzione.

“Per il filo conduttore della collezione – svela l’artista – mi sono ispirato a “Andy Warhol Time”, che doveva uscire sul diario dell’Unità, e raccoglieva ritratti di persone dalle vicissitudini particolari, belle o brutte che fossero. Io ho rivisitato questo tema, applicandolo ad una realtà che sento ed è molto vicina”. Dei 15 quadri, 12 sono 125×125, due sono 110×110 e uno 150 per 110, ma “tutti sono realizzati in stoffa – spiega l’autore – un materiale caldo, morbido e protettivo che da sempre si accosta all’altra metà del cielo”.

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