Politica
16 Febbraio 2017
Presentato il progetto a Francolino, alcuni partecipanti hanno dato la propria disponibilità per creare gruppi

“Il controllo di vicinato aggiunge qualcosa e non toglie nulla”

di Redazione | 3 min

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Tocca anche le frazioni di Francolino, Pescara e Sabbioni il progetto del controllo di vicinato, strumento su cui l’amministrazione comunale punta molto per garantire la sicurezza urbana. Una tappa quella nella zona nord est del comune di Ferrara che ha trovato diverse persone interessate e che, al termine della presentazione, hanno dato la propria disponibilità per creare gruppi andando a segnare la propria abitazione sulla cartina in modo da agevolare il meccanismo di aggregazione tra vicini di casa.

“L’obiettivo è far andare avanti allo stesso tempo il progetto di video sorveglianza e quello del controllo di vicinato perché vogliamo far capire alle persone cosa possono fare per la collettività senza trasformarli in sceriffi” introduce l’assessore al decentramento Simone Merli, un pensiero questo ripreso anche da Aldo Modonesi nel suo intervento. “Abbiamo deciso di fare il controllo di vicinato in collaborazione con comune e forze dell’ordine perché così devono essere fatte le politiche sulla sicurezza – spiega Modonesi -. Non chiediamo alla cittadinanza di sostituirsi a polizia o carabinieri ma di svolgere una sorveglianza del territorio che permetta di elevarne il controllo”. Secondo l’assessore alla sicurezza urbana “la giunta ha lavorato su centro storico, zona gad e accessi alla città, a questo abbiamo unito impianti di video sorveglianza e controllo di vicinato per le frazioni. Sono convinto che le telecamere siano un importante strumento per rendere meno aggredibile un territorio”.

Ma perché proprio le frazioni? “Oggi a Ferrara, seppure in calo, raggiri, furti e truffe avvengono soprattutto nelle frazioni – dichiara Modonesi -. Il controllo di vicinato è particolarmente efficace su questi tipi di reato che vengono solitamente preparati precedentemente ed è più facile accorgersi di cose strane se si abita e si vive abitualmente il territorio”.

A raccontare a livello organizzativo il metodo di funzionamento del progetto è il responsabile dell’ufficio sicurezza urbana Giorgio Benini. “Il controllo di vicinato può solo aggiungere qualcosa e non toglie nulla all’esistente – chiosa il responsabile comunale -. Le forze dell’ordine rimangono sul territorio ma si rafforza la sicurezza con la collaborazione con i cittadini”. Ma non è tutto: “Questo progetto permette di creare rapporti tra persone senza lasciare indietro nessuno – afferma Benini -. Il protocollo firmato da sindaco e prefetto prevede che il cittadino non si sostituisca alle forze dell’ordine, non faccia indagini, non possa pattugliare il territorio e non deve creare falsi allarmismi”. Un ruolo fondamentale secondo Benini lo avranno “i coordinatori dei gruppi che riceveranno istruzioni ulteriori da polizia e carabinieri (con i quali terranno un rapporto diretto), decidono come comunicare con il gruppo e hanno il compito di spargere il più possibile le informazioni con i propri vicini. I gruppi saranno di massimo una trentina di persone che abitano nella stessa zona e possono guardarsi la casa a vicenda”.

“Creare una coesione tra cittadini permette di occupare meglio il territorio” sostiene ancora Benini prima di lasciare la parola a Modonesi per le conclusioni: “Sarà segnalato con appositi cartelli dove è in atto il controllo di vicinato per disincentivare chi vuole delinquere, inoltre chiederemo ai gruppi di dirci dove trovano debolezze e di aiutarci a creare una rete per raggiungere persone sole”.

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