Jolanda ricorda don Pietro Rizzo assassinato dai Fascisti
Domenica scorsa, la comunità di Jolanda di Savoia e tutto il vicariato hanno voluto ricordare il parroco don Pietro Rizzo, una delle persone assassinate nell’eccidio di Goro.
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Continua il progetto “In biblioteca con Cadf La Fabbrica dell’Acqua” in collaborazione con le biblioteche dei Comuni del territorio
di Giuseppe Malatesta
Jolanda di Savoia. “M’hanno curato”. Un’espressione gergale per raccontare che secondo lui i rapinatori conoscevano molto bene i suoi spostamenti. A parlare è Salvatore Costantino, il benzinaio 57enne vittima di una rapina lampo nel piazzale del suo distributore di carburanti, all’inizio di via del Mare, appena fuori Tresigallo ma in territorio jolandino.
“Il lunedì e il giovedì porto con me l’incasso, alle 12.30 chiudo e vado a depositarlo in banca a Migliarino (il paese in cui vive, ndr). Lo faccio da tempo, è un’abitudine che non sarà passata inosservata. Certo, potrebbe trattarsi di una fatalità, ma quasi sicuramente son venuti a colpo sicuro” ipotizza Salvatore riguardo i due malviventi che giovedì mattina lo hanno raggiunto, atterrato e derubato dei 4400 euro che teneva in tasca in un borsello, per poi chiuderlo in un piccolo bagno di servizio. Buttando via la chiave chissà dove.
“Mi ci hanno chiuso praticamente a cose fatte, solo per poter scappare meglio. Da lì non ho udito nient’altro, ho dovuto aspettare un quarto d’ora prima che il primo cliente mi liberasse, cercando una chiave di scorta”.
La dinamica si esaurisce in pochi minuti, “forse due. Erano sicuri nel modo di agire e attenti a non parlare troppo”. ‘Tira fuori i soldi’ l’unica frase da cui il benzinaio può cercare di intuire la nazionalità dei due rapinatori “E’ difficile dirlo, a primo impatto potrebbe trattarsi di ragazzi dell’est, ma non ho elementi certi. Sono arrivati a bordo di una vecchia Opel Meriva, a luci spente, da destra (direzione Fiscaglia, ndr). Quasi non li ho notati: ero chinato ad aprire una serranda, mi hanno strattonato per mettermi faccia a terra”.
Impossibile liberarsi anche per chi come Salvatore, ex culturista, è ‘fisicamente preparato’: “Gestivano bene la presa, erano forti e in più mi puntavano una pistola sulla schiena mentre mi perquisivano alla ricerca del denaro. Non ho mai potuto guardarli in faccia”.
Dolorante ad una gamba dopo l’aggressione, Salvatore cerca di tenere su il morale, combattendo rabbia e senso di impotenza. Si interrompe per fare il pieno ad un’auto a Gpl: 7 euro e 75. “Ce ne vorranno di pieni per recuperare 4 mila euro! Ci mancava solo questa. Le cose non vanno bene qui – lamenta Salvatore -, ho chiesto una mano ai proprietari dopo questa storia, che mi vengano incontro. Sono sempre sul filo del rasoio, resto per quei 30-50 euro giornalieri: non sono tanti, ma almeno ci sono. Che alternative avrei a quest’età? Faccio questo mestiere dall’82, ma temo che mi toccherà mollare tutto”.
In 6 anni dei 20 passati a lavorare in zona, Salvatore ha subito un tentativo di rapina anche due anni fa. “Nulla a che vedere con questa storia, si trattò di una ragazzata, un giovane poco convinto che mandai via facilmente con due schiaffoni”. La zona è meno sicura ultimamente? “Non è questione di controllo, vedo girare i carabinieri spesso, ma non posso pretendere che siano sempre qui a presidiare”.
A dare una mano a Salvatore, che lavora da solo nel piazzale, non ci sono nemmeno le telecamere che di solito sorvegliano le attività come la sua. “Quelle sono finte” ci informa indicandone due in alto che perciò non torneranno utili neppure alle indagini. “Anche in questo caso è sempre la stessa storia: le telecamere costano e dovrei pagarle io come gestore”. Probabilmente i due ignoti rapinatori conoscevano anche questo particolare.
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