Esplode uno pneumatico, in A13 auto travolta da un camion fuori controllo
Spaventoso incidente in A13 tra i caselli di Ferrara Nord e Ferrara Sud, in direzione Bologna, per fortuna senza conseguenze gravi per gli occupanti dei mezzi coinvolti
Spaventoso incidente in A13 tra i caselli di Ferrara Nord e Ferrara Sud, in direzione Bologna, per fortuna senza conseguenze gravi per gli occupanti dei mezzi coinvolti
"Le guide turistiche abilitate di Ferrara operanti in città sono unite nel lanciare un grido di allarme e una richiesta di aiuto sulle condizioni del centro storico, invaso continuamente da auto e furgoni in transito o parcheggiati". Inizia con queste parole una lettera aperta inviata alle redazioni giornalistiche e ai candidati sindaco di questa città
Doveva incontrare alcune persone per acquistare della droga. Si trattava invece di una trappola. In breve la vittima si troverà legato, imbavagliato e derubato. Era il pomeriggio del 22 agosto 2023 quando un giovane di 23 anni si reca a un appuntamento presso un’abitazione in una zona periferica della città
Il Gruppo Hera, attraverso la controllata Inrete Distribuzione Energia, uno dei principali operatori nel settore della distribuzione del gas naturale con oltre 1,1 milioni di punti di riconsegna (Pdr) attivi, si è aggiudicata la gara indetta dalla società Soelia
Sono giorni che il vicesindaco Nicola Naomo Lodi continua a chiedere sulla propria pagina Facebook a Diego Marescotti di esibire il proprio casellario giudiziale. Marescotti, 39 anni, è candidato al consiglio comunale nella lista del Partito democratico. Dalle insinuazioni di Lodi si poteva desumere che il dem avesse qualcosa da nascondere del suo passato giudiziario
Pontelangorino. “Mi raccomando, mica tradirmi”. Già prima di essere interrogati, nella sala di attesa della caserma dei carabinieri di Comacchio, i due baby killer di Pontelangorino si erano condannati. Ignari di essere intercettato, Riccardo aveva approfittato di quel momento di apparente tranquillità per verificare che l’amico non cambiasse la versione concordata.
“Che cosa ti hanno chiesto? Dimmelo, sbrigati…” – riportava ieri il Carlino -. Dove siamo stati, che cosa abbiamo fatto, se avevo la febbre. Tranqui”. E i calzini? “te li sei tolti i calzini?” – rivela il Corriere -. “Sì”. “E le scarpe?”. “Le ho cambiate, guarda…”. E mentre si attende per domani l’autopsia sui corpi di Nunzia Di Gianni e Salvatore Vincelli, emergono dettagli sempre più racapriccianti attorno al duplice omicidio.
“Li voglio morti, mamma e papà devono morire. Manuel tu mi aiuterai e io ti pagherò”. Così il figlio sedicenne si assicurava l’aiuto del migliore amico per compiere gli efferati delitti. E il film di quella notte tra martedì e mercoledì scorre secondo un copione ormai noto. Tra le 3 e le 5 entrano nella casa di via Fronte Primo Troncone. Riccardo attende nella sua depandance che M. compia il crimine per il quale l’ha assoldato. “Io ti aspetto qui. Tu li uccidi e quando hai fatto mi chiami”. M. entra nella stanza dei Vincelli. Salvatore si sveglia, tenta di inforcare gli occhiali (che i carabinieri troveranno sotto il letto) ma non fa in tempo. Il diciassettenne gli è sopra come una furia e lo colpisce con il retro dell’ascia. Una, due, tre volte. Nel mentre Nunzia si sveglia, grida il nome del figlio. Forse per cercare aiuto, forse perché preoccupata che gli accadesse qualcosa. Poi i sei colpi in testa che le tolgono la vita.
Poi M. torna da Riccardo: “fatto”. È il momento di far sparire le prove. Ecco sacchetti del pattume, corde e scotch “per non doverli guardare in faccia”. Il piano prevedeva di legare i piedi dei genitori a delle pietre e poi gettarli nel Volano.
Il giorno prima l’ultima discussione con la madre. Riccardo, già bocciato, voleva cambiare sezione. I genitori minacciavano di cacciarlo di casa una volta maggiorenne. E allora lo sfogo con l’amico. “Li voglio uccidere”. “Non passava giorno senza che mi dicessero che non valevo niente, che ero un buono a nulla, un fallito” dirà, secondo Repubblica, al gip. “Ma scherzi o lo dici davvero?” “Non scherzo”. Ed ecco l’accordo con M., “perché io non ne sarei stato capace”.
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