Attualità
26 Maggio 2016
L'iniziativa del Centro di Mediazione sociale ha coinvolto giovani extracomunitari alla scoperta della città che li ospita

Camminando dal grattacielo al centro per un altro modello di integrazione

di Redazione | 2 min

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Sembra di assistere a una comitiva di turisti che emozionati ed euforici si apprestano a visitare una bellissima e lontana città. Invece sono ragazzi e ragazze africane, pakistane, afghane o di altre nazionalità che non hanno mai conosciuto veramente la città in cui abitano se non poche zone.

In altre parole quella proposta dal Centro Mediazione Sociale con la collaborazione di Anolf Cisl e Cpia è un altro sistema di pensare ad uno dei temi più spinosi dei nostri giorni ovvero l’accoglienza e l’integrazione dei migranti nel nostro territorio.

“Questa iniziativa con camminata dal grattacielo fino al centro storico di Ferrara è l’ultima di un progetto partito ad ottobre che aveva l’obiettivo di affrontare il problema dell’occupazione degli spazi pubblici”, spiega Nicola Bogo del Centro Mediazione Sociale, il quale subito dopo ricorda il momento più difficile ovvero quello iniziale nel quale “incontravamo cittadini arrabbiati che si lamentavano per la presenza degli immigrati così abbiamo deciso di andare a vedere chi erano e conoscere le loro storie e dopo un periodo di diffidenza siamo riusciti a metterli in contatto con alcuni abitanti della zona e le istituzioni che li aiutassero a muoversi all’interno del nostro territorio”.

Il problema grande che i ragazzi e le ragazze del Centro riscontrano troppo spesso sono “la mancanza di un’accoglienza dei migranti all’arrivo dove vengono abbandonati a loro stesso in luoghi come Il Cara di Mineo che non li aiuta ad integrarsi e non poter usufruire dei servizi erogati dal comune perché hanno la residenza in altre città” racconta Nicola Bogo, che sostiene il primo passaggio essenziale della giusta accoglienza ovvero “il contributo di insegnanti per fargli imparare la lingua italiana”.

È arrivato il momento di partire per il centro storico e durante il tragitto i ragazzi parlano tra loro, ridono e scherzano ma sono molto interessati al racconto sugli edifici e luoghi storici della città come il Castello Estense, il Duomo, il Municipio, la zona del ghetto ebraico e qualcuno si sofferma anche nel ascoltare i racconti sul Palio o sulla Spal, notando la sciarpa biancoazzurra al collo della statua del Savonarola.

C’è tempo anche per una storia a lieto fine, quella di Stanley, ragazzo nigeriano  scappato dalla morte che ha toccato la sua famiglia cristiana per mano di Boko Haram, che tra pochi giorni inizierà un tirocinio formativo in un’azienda a Ferrara. Lo racconta con grande emozione e riconoscenza.

“Tante persone che abbiamo conosciuto sanno fare dei mestieri e sono istruiti ma purtroppo sono stati costretti a scappare e lasciare tutto indietro” le parole finali di Nicola Bogo.

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