Politica
13 Luglio 2015
Elly Schlein battezza la nascita a Ferrara del circolo del soggetto politico nato dai fuoriusciti del Pd

Possibile e la strada difficile della sinistra

di Redazione | 4 min

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unnamed (9)di Francesco Altavilla

Quella che si prefigge “Possibile” è una “strada difficile ma che porta nei posti migliori”. È stata l’europarlamentare italiana Elly Schlein, membro del comitato organizzatore di Possibile, a parafrasare Tiziano Terzani e indicare il cammino di questo neonato partito politico che si vuole di sinistra e “organizzato orizzontalmente”. Elly Schlein era a Ferrara, al centro sociale “Il Parco” ieri sera, domenica 12 luglio, quando è stato presentata, davanti ad una platea di circa cento persone, il progetto di Ferrara Possibile. Un parterre vario che ha visto rappresentate tante storie politiche. Dai consiglieri comunali Leonardo Fiorentini, indipendente eletto con Sel, e Ilaria Baraldi, Pd, reduce dall’incontro nazionale di ReteDem a Roma, all’ex assessore Stefano Cavallini e Ilaria Bigoni di Sel, oltre alla nuova coordinatrice provinciale dei vendoliani Alessandra Tuffanelli.

Tra il pubblico anche l’ex segretario di Rifondazione ora presidente Cia, il presidente nazionale di Arcigay Flavio Romani, l’ex presidente Asp Sergio Gnudi, gli ex Pd Pier Luigi Guerrini, Emiliano Bianchi e Beniamino Marino.

Non si parlerà di Partito Democratico” è stato il primo comandamento dato da Mario Castelluzzo e da Sergio Armanino, i cui interventi hanno preceduto quello della Schlein. Non si è parlato di Pd, almeno inizialmente, ma proprio Armanino, cronista della “Nuova”, ha voluto ricordare che “metterci la faccia non è un modo di svolgere il proprio mestiere di giornalista con minore indipendenza”, riferendosi precisamente ad una polemica sorta dopo un articolo apparso qualche giorno fa su Estense.com.

Proprio dal disagio di non riuscire a condividere alcune scelte effettuate dal Governo di Matteo Renzi è nata l’esigenza di abbandonare il Partito Democratico insieme a Civati. Come ad esempio l’approvazione del decreto “Sblocca Italia”, che “ripropone un modello di sviluppo sbagliato” ha ricordato la Schlein. Una decisione, quella di uscire dal Pd, che da Elly Schlein è stata“maturata con dolore”, ma che “non ha mutato le nostre posizioni”. Quello di “Possibile” ha ricordato l’europarlamentare, “non è un arroccamento ideologico ma il rifiuto di tanti, troppi compromessi con soggetti politici con i quali non ci si doveva nemmeno trovare insieme a governare”. Il riferimento esplicito è alle norme anticorruzione, soggette ad una colpevole “diluizione solo per compiacere Alfano”.

unnamed (8)Tanti i temi toccati dalla Schlein durante il suo intervento. Dalla cultura e la sua valorizzazione: “ci hanno detto per anni che con la cultura non si mangia, e si sono mangiati la nostra cultura”, all’ecologia, un’attitudine e un interesse che deve servire a “valorizzare le straordinarie ricchezze del nostro paese”. Ma anche questioni più stringenti come il reddito minimo, dato che come ha ricordato l’europarlamentare “l’Italia è uno dei due paesi in Europa a non prevedere una simile forma di assistenza”. Ma le questioni su cui “Possibile” dirà la sua sono molti altri, ed Elly Schlein ha elencato chiaramente quelli che considera prioritari, troppo spesso ignorati dalla politica più istituzionale: il fine vita, i diritti civili e i matrimoni same sex, l’effettiva parità sessuale tra uomo e donna, stante “una differenza del 16% nelle retribuzioni per uguali funzioni ora in Italia” ha ricordato la Schlein. Senza dimenticare i temi portanti della corruzione, del conflitto di interessi e della lotta alla criminalità organizzata.

L’intero manifesto programmatico, intitolato “Patto Repubblicano” di “Possibile” è per altro reperibile e consultabile on line nel sito del partito, si tratta di un documento in dieci punti in cui vengono espresse le posizioni del movimento rispetto ai temi ritenuti prioritari.

Un progetto politico alternativo dunque, a struttura orizzontale e costituito “dal basso”. Che torni ad appassionare i ragazzi e le ragazze giovani (presenti in buon numero) “i primi ad essersi persi” nella grande emorragia elettorale, “sarebbe un grave errore pensare che il 37% di affluenza sia un segno di scarsa voglia di partecipare – ha aggiunto l’eurodeputata – la volontà politica è semplicemente altrove, le spinte sociali, forti, ci sono”.

E il punto di partenza per intercettare queste spinte e riempire quel vuoto lasciato a sinistra è, secondo Elly Schlein, “ripartire dal referendum del 2011 sui beni comuni, cui parteciparono 27 milioni di persone, cifre di molto superiori a qualsiasi coalizione esistente”. “Possibile” si rifà come movimento sociale e politico, “all’esempio di Syriza”. Un movimento, che richiede un’adesione “vera, leggera ma partecipativa”, affinché ci si possa rendere “protagonisti del cambiamento che si vuole creare”.

Quanto a partenze, per ora è partito il tesseramento per fondare il primo circolo in città. Per questo è già attivo il gruppo facebook “Anche a Ferrara e provincia è P(=)ssibile!”, che offre informazioni e raccoglie adesioni.

Prossimo appuntamento a Firenze, al PolitiCamp dove i partecipanti e gli iscritti a “Possibile” proveranno a rispondere a due esigenze: quella di parlare di innovazione, dando spazio alle esperienze e alle idee, e quella di attivare la partecipazione.

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