Cronaca
15 Giugno 2015
L'esperienza delle elementari di Pontegradella dopo il bando emesso dal Comune

E se mancano i soldi la scuola la sistemano i genitori

di Redazione | 3 min

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La scuola elementare di Pontegradella – parte dell’istituto comprensivo statale “Don Lorenzo Milani” – ha cinque classi, una per ogni anno scolastico, e 88 bambini in tutto. In questi giorni, nonostante le lezioni siano ormai finite, questa scuola continua a rimanere aperta, per volontà e impegno di alcuni genitori, che si sono ripromessi di sistemarla. Il fine è: renderla più piacevole agli occhi dei loro figli e dei bambini che verranno.

“Il Comune aveva creato un bando chiamato Scuole come beni comuni – spiega l’insegnante coordinatrice del progetto di risistemazione Donatella Zampiero – valevole sia per le scuole materne comunali che per le scuole statali sul territorio. Noi abbiamo inviato il progetto, dove doveva essere presente un evidente collegamento tra scuola e famiglie. Siamo stati tra le scuole vincitrici”.

Il progetto delle Elementari di Pontegradella intende infatti “abbellire gli spazi della scuola, rendendoli più piacevoli ai bambini che li utilizzano”, racconta una delle mamme che sabato 13 giugno era tra i genitori presenti a scartavetrare le porte e gli stipiti per ricolorarli di giallo, cambiare la rete internet e sistemare il giardino della scuola e le sue panche esterne.

Il fondo dato dal bando, di 500 euro, copriva però solo una parte di quanto necessario per procedere. “Abbiamo così fatto una colletta – continua a spiegare la mamma coordinatrice dei Genitori in rete – tra i genitori dei bambini che frequentano la scuola, arrivando a raccogliere 400 euro. In totale avevamo quindi 900 euro disponibili, che sono serviti per comprare il materiale e pagare la nuova linea di connessione ad internet, che era da potenziare perché non funzionava bene. Ovviamente il nostro lavoro – che vedrà coinvolti una parte dei genitori questo week-end e il prossimo – è a titolo gratuito. Lo facciamo per i nostri figli”.

“Le esigenze negli anni sono cambiate – spiega poi l’insegnante – e l’attenzione alla bellezza degli spazi è di questi ultimi tempi, prima c’erano altre priorità. Volevamo quindi dare un input all’ambiente in cui vivono i ragazzi, perché i bambini ne hanno bisogno non solo per il loro apprendimento, ma anche per la loro crescita all’interno della scuola. Devono crescere in ambienti che li stimolino”.

E se dovessero arrivare altri contributi, la ‘rete’ di genitori che si è creata andrebbe avanti con nuovi interventi. “Siamo a disposizione per fare dell’altro – spiegano i genitori presenti – perché questa è anche un’occasione per noi per conoscerci di più, affinché si stringano rapporti tra famiglie. È molto bello lavorare per un obiettivo comune, perché spesso le famiglie vivono isolate e pochi sono i momenti di incontro”.

Chiediamo loro se, nonostante il loro lavoro sia prezioso e meritevole di stima, non pensano dovrebbe essere il Comune ad agire direttamente, anziché delegare impegno, soldi e tempo alle famiglie. “Bisogna iniziare a fare – rispondono un po’ tutti i presenti, una decina di genitori su 88 famiglie della scuola -. Va bene che paghiamo le tasse, ma bisogna partire dal basso perché tanto i soldi per fare questo tipo di lavori non ci sono. Vogliamo prima di tutto che i nostri figli stiano bene a scuola”. Un genitore aggiunge anche un “vogliamo aiutare prima chi abita qui nel nostro paese, anziché quelli che arriveranno”, toccando il problema dell’accoglienza agli immigrati.

“L’importante è la volontà – concludono alcuni genitori -. Ora il lavoro che stiamo conducendo è quello di mettere delle pezze dove l’amministrazione non arriva più. Vogliamo regalare benessere ai nostri bambini e lasciare qualcosa alla comunità e alle future generazioni che verranno in questa scuola”.

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