Politica
29 Maggio 2015
La Cgil: "Renzi visto come 'il nuovo' e noi come 'il gettone', ma abbiamo la bocca per parlare”

Renzi e la “demagogia che scherza sulla povertà”

di Redazione | 3 min

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Nella bolla mediatica di tweet e slogan, la Cgil e la Uil – “ma il sindacato sarebbe più forte se fosse non unico, ma unitario”, ammonisce Massimo Zanirato (segretario generale Uil Ferrara) alludendo alla Cisl – usano l’ago della controinformazione: sulla scia dello sciopero del 12 dicembre, l’assemblea pubblica tenutasi ieri pomeriggio presso il centro sociale ‘Quadrifoglio’ (Pontelagoscuro) rientra infatti nelle iniziative che il sindacato organizza per spiegare alla cittadinanza quel progetto lucido del governo “riguardo al quale – continua – il nostro giudizio è assolutamente negativo”.
La lunga relazione di Vincenzo Colla, segretario generale Cgil Emilia Romagna, sviscera quella che è definita “una aggressione mai vista prima nei confronti del lavoro e dei diritti”, una operazione di auto avvitamento dell’intera Europa alla quale “il nostro governo ha scelto di andare in adattamento”.

Tutto remerebbe infatti verso un “sistema duale – spiega Colla – dell’impresa e dell’economia in cui pochi si arricchiscono e molti si avvicinano alla povertà”, e in questo quadro di deriva il Jobs Act è tutt’altro che un’àncora. “Il Jobs Act – continua – propone quale soluzione per la competitività un gioco a ribasso sul costo del lavoro e crea una bolla finanziaria che non reggerà: quanto tra tre anni (il tempo di scadenza dello sgravio contributivo attuato attraverso il contratto a tutele crescenti, ndr) non saranno in grado di riprendere i finanziamenti avremo un botto senza precedenti”.

Eppure, ogni passo del governo di “Matteo piè veloce” (come viene appellato durante un intervento successivo del pubblico) tradirebbe un progetto chiarissimo. “Con i tagli della Legge di stabilità – evidenzia il segretario Colla -, i Comuni sono diventati agenzie decentrate dell’Agenzia delle Entrate e nel 2016 assisteremo ad un vero e proprio ‘bazar’: si venderanno e privatizzeranno le Poste, le Ferrovie, Finmeccanica, e poiché il profitto maggiore è dato dalle vendite leggere, si programmeranno tagli al personale. Tutto va nella direzione di consegnare a Confindustria anche la fetta più consistente, ovvero la Sanità Pubblica”.

Scuola e pensioni, che infervorano il dibattito più recente, concludono la disamina: riguardo al “diritto alla pensione” Colla propone l’apertura di una vertenza e auspica “uno scatto sulla ridistribuzione del lavoro, perché oggi la Legge Fornero non regge nel sistema dei processi produttivi in cui è chiesto di restare fino a 70 anni, quando invece dovrebbero subentrare i giovani”.

unnamed (8)Si parla di scuola, implementando la disamina, poi, nell’intervento di Hania Cattani (segretaria Flc Cgil), che richiama le assurdità di un disegno di legge che “dà potere di scelta ai presidi scavalcando ogni meccanismo che regola la pubblica assunzione e sa di beffa quando permette la riduzione del numero di studenti per classe aggiungendo la clausola dell’invarianza di spesa”.
Gli interventi dei presenti si allineano a concepire quello con il governo come “scontro frontale” e la politica renziana come “una demagogia che scherza sulla povertà”, ma c’è anche spazio per un mea culpa sulla “mancata concretizzazione delle nostre opinioni nonostante i 5 milioni di iscritti”.

Ad esser descritto dall’assemblea è un vero e proprio “scontro tra modelli di società – riassume Colla – quello tra il nostro e un modello che tende alla governabilità e non alla partecipazione: si apostrofa Renzi come “il nuovo” e noi come “il gettone”, ma abbiamo la bocca per parlare”. La soluzione è proprio questa, la controinformazione: “per far sciopero bisogna convincere – conclude – e su questo dobbiamo lavorare e lo faremo, non ci vogliamo sentir dire “ma voi, dove eravate?””.

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